Erano da poco passate le nove del mattino di sabato, quando al bar Gnolino di Via Savani entra una coppia ( un uomo e una donna), e ordina qualcosa da bere. Niente potrebbe far pensare che i due possano essere pericolosi in qualche modo.
Dopo aver consumato, la donna inizia a trafficare nella propria borsetta . Con la scusa di non trovare più le trenta euro che aveva con sè, tira fuori un coltello e minaccia la barista. Mette mano poi alla cassa portando via un centinaio di euro e insieme al complice si dilegua.
Poco dopo, le volanti intervenute sul posto, iniziano la ricerca ma niente, i due sembrano spariti. Passa del tempo e arriva una telefonata alla centrale: una donna dice all’operatore che sa di una sua conoscente che ha fatto una rapina in un bar. La telefonata viene rintracciata e la cabina pubblica da dove è partita, viene localizzata . Si trova nei pressi di una struttura che assiste le persone con difficoltà mentali.
Gli agenti si recano lì e riescono ad identificare la donna della telefonata, la stessa che aveva agito in Via Savani. In un primo momento cerca di dirottare i sospetti su un’altra persona, ma poi viene collegata al coltello. Successivamente, viene riconosciuta dai testimoni della rapina, insieme all’uomo che era con lei. I due sono ospiti della clinica, non sono soggetti pericolosi ( almeno fino al folle gesto, non lo erano stati), già noti alle forze dell’ordine.