Federico Pizzarotti e Paolo Scarpa non hanno “parenti” e neppure “sostenitori ufficiali”. Scaduto domenica il termine per gli apparentamenti ufficiali fra i due candidati al ballottaggio del 25 giugno e le liste che hanno preso parte alla prima tornata, quella dell’11 giugno, come era nelle più ampie previsioni non ci sono state alleanze.
Federico Pizzarotti sarà quindi accompagnato soltanto dalla sua lista civica Effetto Parma, la più votata in assoluto al primo turno, mentre lo sfidante Paolo Scarpa ha al suo fianco la lista del Pd e le civiche Parma Unita Centristi e Parma Protagonista.
Uscendo dall’ufficiale, si passa quindi nel campo dell’ufficioso. Quasi tutti gli altri candidati sindaco usciti al primo turno hanno infatti lasciato libertà di voto ai propri sostenitori – per la verità non molti, vista la percentuale dei consensi raccolti, ad eccezione di Laura Cavandoli che alla guida del centrodestra ha sfiorato il 20 % – senza offrire alcuna indicazione tra Pizzarotti e Scarpa.
Quasi tutti, ma non tutti. Perché Laura Cavandoli, esponente della Lega Nord, non ha escluso l’appoggio a uno dei candidati. E Giorgia Meloni, con il suo Fratelli d’Italia, è andata oltre, indicando senza dubbio Federico Pizzarotti. D’altra parte, sarà difficile ipotizzare una scelta diversa anche in casa Lega Nord e Forza Italia, così come per la civica Insieme per il Futuro.
Se nessuna indicazione arriva da Filippo Greci – al quale probabilmente non sarebbe dispiaciuto Pizzarotti – che ha preferito ritirarsi momentaneamente dalla politica, invitando però i suoi elettori a recarsi ugualmente alle urne e a scegliere liberamente, così come hanno fatto Luigi Alfieri, Pia Russo, Emanuele Bacchieri e Daniele Ghirarduzzi del M5S, una dura presa di posizione arriva dalle sinistre per la prima volta cancellate dalla geografia politica comunale.
Dopo lo smarcamento del Partito comunista italiano, arriva anche quello di Rifondazione comunista, i partiti che hanno sostenuto Ettore Manno. “Né con Scarpa, né con Pizzarotti, dalla parte dei lavoratori, dei diritti, dei beni comuni“, dice la Federazione parmigiana del Partito della Rifondazione Comunista che – oltre a fare autocritica sugli errori commessi in campagna elettorale – sostiene che nessuno dei due candidati rimasti in corsa “ha espresso una chiara discontinuità rispetto agli interessi economici di grandi gruppi privati che da sempre allungano le mani sulla città (come testimoniano anche le recenti dichiarazioni di entrambi in sostegno al completamento della Ti-Bre), invitiamo i cittadini a recarsi comunque alle urne ma non daremo alcuna indicazione di voto per nessuno dei due candidati a sindaco”.
Anticapitalista e a sostegno delle fasce deboli, anche il Partito Comunista, che ha sostenuto la candidatura a sindaco di Laura Bergamini, si scaglia contro Pizzarotti e Scarpa. “Nessun voto, nessun appoggio, nessun accordo diretto o indiretto con chi esprime politiche antipopolari attraverso privatizzazioni, tagli salariali, compressione dei diritti, precarizzazione e disoccupazione dei lavoratori e delle masse popolari – si legge nella nota del Partito Comunista -. I comunisti non scelgono il futuro sindaco tra chi perseguirà e applicherà, in un modo o nell’altro, le politiche di massacro sociale dettate dal grande capitale e dallo sciagurato patto di stabilità imposto dall’Unione Europea. Entrambi i concorrenti alla poltrona di sindaco rappresentano le due facce della stessa medaglia”. Dalle sinistre, dunque, nessun sostegno a Paolo Scarpa, candidato sindaco del centrosinistra.
Queste le posizioni ufficiali di tutti gli schieramenti. Cosa accadrà al ballottaggio però è difficile dirlo, perché tante sono le variabili in gioco. A cominciare dall’astensione mai così alta, che ha visto ben 66.337 elettori (46,32%) disertare le urne al primo turno, per arrivare ai pacchetti di voti degli altri candidati – ben 10.063 voti esclusi quelli raccolti da Laura Cavandoli – di cui non è certa la distribuzione proprio per la mancanza di indicazioni ufficiali. Altro discorso per i 14.685 consensi raccolti dalla candidata sindaco del centrodestra che, stando alle dichiarazioni di alcuni esponenti, potrebbero in parte confluire verso Pizzarotti. Il condizionale, in questi casi, è d’obbligo. Anche perché il rischio vero, dietro l’angolo, è che l’affluenza possa scendere al di sotto del 50%.