Sono Laura Cavandoli e Filippo Greci i candidati a sindaco che hanno sottoscritto il Manifesto per la Famiglia proposto dall’Associazione culturale Biopolis e dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli di Parma. Oltre a loro, anche 35 candidati a consigliere comunale, di cui 32 sono i componenti di un’intera lista.
“Siamo molto soddisfatti delle risposte e delle adesioni che sono pervenute – dichiarano gli esponenti delle due organizzazioni – il nostro documento ha avuto il merito di porre i temi della famiglia e della vita all’attenzione dei candidati, provocando riflessioni e scambi di opinioni, che avrebbero potuto essere anche più approfonditi con maggior tempo a disposizione. Occorre che la politica ponga la famiglia ai primi posti della sua agenda, anche per contrastare rapidamente la grave denatalità che sta colpendo il nostro Paese, che è legata anche alla mancanza di considerazione delle esigenze e dei bisogni di chi decide di fare famiglia e di procreare”.
I candidati al consiglio comunale di Parma che hanno sottoscritto il manifesto sono Priamo Bocchi e Michele Andreoli, nella lista Fratelli d’Italia, tutti i componenti della lista Insieme per il Futuro (Roberto Agnetti, Filippo Angelini, Alessandra Babboni, Paolo Balbo, Erminio Baraldi, Barbara Barattieri, Morena Baroni, Sihem Ben Abdelafou, Cinzia Boselli, Umberto Caramagna, Paolo Carra, Paolo Conti, Pier Paolo Contini, Lucrezia Coppe, Gabriella Di Cola, Dorotea Balsamo, Maria Fagone, Giovanni Ferrari, Marco Garlatti, Emanuele Mignani, Fabrizio Minardi, Antonino Natale Puglisi, Luigi Rinzo, Luigi Rossi, Stefano Santini, Ilenia Sidoli, Vanni Tacca, Giuseppe Tramuta, Maria Angela Trebbi, Sonia Violi, Cecilia Zanacca, Gianluca Zoni) e Francesco Rutelli, della lista Nuova voce di Parma.
Il Manifesto vede diversi principi ed azioni da privilegiare, che possono essere sintetizzati su tre grandi temi, uguali per importanza. Primo, modificare il welfare, e attuare una partecipazione alla spesa che tenga conto del numero dei membri della famiglia. Secondo, favorire la tutela e la promozione della vita umana dal concepimento alla morte naturale. Terzo, sostenere il modello familiare secondo quanto la Costituzione ha definito all’articolo 29, che riconosce la famiglia quale “società naturale fondata sul matrimonio”, cioè formata da un uomo e da una donna che si uniscono per la procreazione e l’educazione dei figli; in particolar modo salvaguardando il pieno rispetto del ruolo primario del padre e della madre nell’educazione dei figli nei confronti della scuola, chiedendo il consenso informato preventivo delle famiglie, specialmente ogni volta che si affrontino temi relativi alla sessualità e all’affettività.
“Noi non siamo un partito politico, siamo dei movimenti culturali di opinione – sottolineano in una nota Biopolis e il Comitato DNF – che agiscono sul campo pre-politico, e vorremmo influenzare la politica nelle scelte sulla famiglia e sulla vita. Il nostro obiettivo è stato quindi porre principi di fondo per noi insuperabili e stringenti, insieme ad alcuni impegni operativi conseguenti. Abbiamo chiesto ai candidati di impegnarsi su questi temi basilari, in modo da rendere pubblico e indicare ora i loro nomi alle nostre famiglie, ai nostri aderenti e simpatizzanti, che spesso sono disorientati nel vedere la vita non considerata, la famiglia bistrattata, e la divulgazione di idee educative errate, come quella “gender”, che non rispettano la crescita affettiva dei bambini. E’ chiaro che il comune è un ente locale e che su certi temi non può determinare politiche che sono decise a livello centrale, ma per quanto è loro concesso dalle norme e dai vincoli di bilancio, i comuni possono stabilire di amministrare le risorse a disposizione secondo scelte che secondo noi non possono non vedere la famiglia in primo piano, sia sotto l’aspetto economico, sia nel considerare inviolabile il ruolo della famiglia nell’educazione dei figli”.