“La mia lotta per la libertà. Quaderno di memorie partigiane ’43-’45“. Questo il volume di Amleto Angelini, partigiano “Garibaldi”, presentato nella Camera del Lavoro di Parma su iniziativa di Cgil, Spi Cgil e Anpi Parma. Insieme all’autore erano presenti Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Parma, Brunella Manotti, presidente Anpi Parma, Marco Minardi, direttore dell’Istituto storico della Resistenza, e Paolo Bertoletti, segretario generale Spi Cgil Parma.
Amleto Angelini, il partigiano “Garibaldi”, è nato a Parma in borgo Guasti di Santa Cecilia il 25 marzo 1926. All’età di due anni la famiglia si spostò in borgo del Naviglio. Negli anni Trenta il fratello maggiore, Walter, fu arrestato e poi segnalato dal regime fascista come sorvegliato speciale. A quel punto la famiglia perse le proprie fonti di sostentamento e si trasferì ancora una volta, prima nelle case popolari di via Toscana, i cosiddetti “Capannoni”, poi in via Verona e, infine, in via Venezia. Amleto, nel frattempo, aveva trovato lavoro presso la Sorba Gomme dove rimase fino ai primi di giugno del 1944, quando gli arrivò la cartolina di precetto della Repubblica sociale, con l’obbligo di presentarsi al distretto per essere inviato in Germania per l’addestramento militare.
A quel punto maturò la sua scelta partigiana e, insieme al fratello Luigi, andò in montagna a combattere contro i tedeschi e i fascisti prima nella banda del “Cato” e, successivamente, nella 12a Brigata Garibaldi. Alla fine della seconda guerra mondiale, il partigiano “Garibaldi” si ripresentò al suo datore di lavoro che lo riassunse. Alla Sorba Gomme lavorò per 41 anni guadagnandosi la medaglia d’oro per fedeltà al lavoro assegnatagli dalla Camera di Commercio.
La passione che lo seguì per tutta la vita fu la chitarra. Amleto fu allievo del maestro Cabassi, docente al conservatorio di Parma. La musica, oltre ad accompagnare i suoi momenti liberi sia in tempo di pace che durante la guerra, gli permise di arrotondare lo stipendio suonando nelle balere. La partecipazione alla Resistenza ha rappresentato per lui, come per la maggioranza delle donne e degli uomini che hanno vissuto attivamente la lotta di Liberazione, un momento formativo importante, una presa di coscienza che ha segnato il suo percorso esistenziale e politico fino alla pubblicazione di questo quaderno che raccoglie i suoi ricordi partigiani.