Trent’anni di carcere per i parmigiani Luca del Vasto ed Alessio Alberici, accusati di omicidio volontario pluriaggravato in concorso con l’aggravante della premeditazione. Questa la richiesta della pubblica accusa formulata oggi in tribunale nell’udienza con rito abbreviato per l’omicidio del 33enne tunisino Mohamed Habassi, avvenuto a Basilicagoiano il 10 maggio del 2016. Proprio la scelta del rito abbreviato ha evitato ai due il rischio dell’ergastolo.
L’accusa ha anche chiesto la condanna per tutti i quattro operai rumeni coinvolti nella spedizione punitiva che sarebbe stata organizzata da Del Vasto per dare una lezione al tunisino che non voleva lasciare la casa della compagna dell’ex barista di Sala Baganza, nonostante da tempo non pagasse l’affitto. Per i quattro, accusati di omicidio volontario pluriaggravato ma senza la premeditazione, il pm ha chiesto 18 anni di reclusione per Jonel Togan e Jonel Vrabie, e 12 anni di carcere per Cristinel Barbu e Valentin Kosma.
Domani, martedì, toccherà alle difese tentare di smontare le tesi della Procura con le loro arringhe. La sentenza del giudice Maria Cristina Sarli potrebbe arrivare tra venerdì e sabato.
Sulle richieste dell’accusa non ha evidentemente pesato la perizia psichiatrica disposta dal giudice, secondo la quale il fumettista Alessio Alberici, quella maledetta sera, fosse affetto da un parziale vizio di mente. Ad inchiodare Del Vasto ed Alberici, oltre alle rivelazioni dei quattro rumeni coimputati, c’è la testimonianza di un supertestimone tunisino che in quei giorni era ospite a casa di Habassi. L’uomo, nell’ambito di un incidente probatorio, aveva raccontato tra l’altro che al momento dell’aggressione sfociata in tortura, dentro l’abitazione al piano rialzato della palazzina di via Castello 1, c’erano soltanto gli italiani.