Scarpa: Scuola per l’Europa, soluzione ancora lontana e i conti non tornano

Scarpa: Scuola per l’Europa, soluzione ancora lontana e i conti non tornano

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La Scuola per l’Europa sarà inaugurata a settembre, con l’inizio del prossimo anno scolastico, ma non sarà pronta. Parola di Paolo Scarpa, candidato civico del centrosinistra alla poltrona di sindaco di Parma, che proprio in questa realtà vede una importante leva di sviluppo per il futuro della città.

L’inaugurazione a settembre del nuovo edificio coinciderà con una disponibilità limitata degli spazi promessi: dopo tanti anni mensa, palestra e auditorium non saranno probabilmente pronti – spiega Scarpa -. Il nuovo bando per la ricerca di insegnanti, appena pubblicato, rischia di generare nuovamente ricorsi e successivi esborsi con grave perdita di denaro pubblico dell’ordine milioni di euro (peraltro nessun bilancio è visibile sul sito dell’istituto, nonostante gli obblighi di trasparenza della pubblica amministrazione). Infine la questione delle rette imposte alle famiglie dal Consiglio di Amministrazione (dovute, non dovute? nessuno lo ha ancora capito esattamente) si trascina da tempo, con conseguenze non chiare (chi non paga sarà messo alla porta? Dove andrà?). Palestra, forniture per la mensa, auditorium, dopo più di 30 milioni di euro stanziati per questo edificio – continua Paolo Scarpa – dovranno inoltre essere pagati con nuovo esborso di denaro pubblico preso dal bilancio scolastico, a fronte di un numero ridottissimo di nuovi iscritti“.

Di chi è la colpa di tutto? “Le responsabilità di questa situazione sono molteplici e non riconducibili a un unico soggetto, ma dobbiamo ricordare che nel Consiglio di Amministrazione siede il Comune di Parma, che in questi 5 anni non sembra aver giocato alcun ruolo nella direzione e nel controllo delle politiche dell’Istituto – sottolinea il candidato Scarpa -. Credo che i cittadini di Parma e il suo Comune, questo sarà il nostro impegno, debbano riprendere in mano le sorti di questa scuola, perché i fiumi di denaro pubblico in essa investiti non siano buttati in cause risarcitorie – quasi in spregio alla qualità dell’offerta delle altre scuole cittadine – ma generino cultura, dialogo, crescita e respiro internazionale per tutta la comunità educativa di Parma”.

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