Una 15enne straniera, ma non di origine africana, iscritta a una scuola superiore di Parma, in poco tempo è diventata il bersaglio preferito di chi ama comportarsi da imbecille. Prima a scuola, poi anche sui social. Si parla di cyber-bullismo, ma sembra più un cyber-razzismo. La storia la racconta oggi Gazzetta di Parma.
Tutto è cominciato quando qualcuno dei compagni di scuola ha cominciato a far circolare la voce che la ragazzina avesse i pidocchi. La 15enne viene subito isolata, tutti le stanno a debita distanza, lei, straniera, si sente ancora più sola e umiliata. Non parla neppure abbastanza l’italiano, tanto da aver bisogno di un insegnante di sostegnpo, ma la gogna alla quale è stata sottoposta ingiustamente la percepisce bene.
Dalla scuola lo sberleffo si sposta su WathsApp, nel gruppo della classe, quello che anche la vittima può leggere. C’è chi scrive, non avendo mai avuto cognizione di causa di cosa sia davvero un tumore, “Giuro è un cancro quella lì”. Qualcun altro vuole raparsi a zero “per gente che non usa il sapone”. Addirittura “E’ schifosa”, oppure “Chiamiamo i militari che la buttano fuori”.
Il rosario degli insulti e del razzismo continua, ma non è il caso di dare ulteriore spazio a piccoli cervelli. Disgustosi anche i video parodia di qualcuno che finge di cacciarsi i pidocchi di dosso.
Nel branco che si fa forza soltanto perché tale, c’è però chi preferisce stare fuori dal coro. Una compagna di classe ha preso pubblicamente le difese della 15enne. E lei è la vera eroina della storia, una giovanissima capace di essere invece di accontentarsi di apparire. Ma che ha pagato il coraggio con l’esclusione dal gruppo. Come si diceva un tempo, però, meglio soli che male accompagnati.