Giuliacci e la Bonifica spiegano cosa sta succedendo al clima (video)

Giuliacci e la Bonifica spiegano cosa sta succedendo al clima (video)

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“Cosa sta succedendo al Clima?”. Questo l’interrogativo che si sono posti stamane nell’Auditorium del Campus Scienze e Tecnologie in via Langhirano relatori di fama nazionale, riuniti dal Consorzio della Bonifica Parmense che ha organizzato il convegno in collaborazione con l’EU.Watercenter dell’Università e la Regione Emilia-Romagna. Acqua, territorio e agricoltura i temi centrali del confronto, ma si è parlato anche della varie strategie di adattamento a un clima che cambia profondamente e rapidamente. Lavori introdotti dal presidente della Bonifica, Luigi Spinazzi, che ha illustrato l’attività e il territorio di competenza del Consorzio, e dal direttore Meuccio Berselli, che ha illustrato i progetti previsti sul territorio e finalizzati soprattutto alla prevenzione.

A fare il punto sulla situazione, oltre ad Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde, in collegamento da Roma, il meteorologo Andrea Giuliacci, Carlo Cacciamani, direttore dell’Arpae Idro-Meteo-Clima, e Giacomo Corradi, agronomo dell’Itis “Galileo Gallilei” di San Secondo Parmense.

Dai diversi interventi sono emerse le criticità globali e soprattutto quelle del nord Italia e in particolare proprio quelle della nostra Regione in cui la temperatura è aumentata maggiormente rispetto al resto della media del paese. Negli ultimi 25 anni, la rete di monitoraggio Arpae ha registrato, in tutte le stagioni, significativi aumenti di temperatura. Rispetto alla media del trentennio di riferimento 1961-1990, la temperatura media è aumentata di 1,1 °C, la massima di 1,4 °C, la minima di 0,8 °C.

La riflessione sui dati ha spinto tutti i relatori a richiamare la comunità a porre molta attenzione sul tema, perché le conseguenze incideranno pesantemente sulla vita dei singoli oltre che sulle attività produttive. Soprattutto l’agricoltura che è alle prese con una perdurante carenza di risorsa idrica in grado di soddisfare le richieste irrigue delle colture tipiche. Nei trentotto anni che vanno da 1975 al 2013, il fiume Po nella sua stazione di riferimento di Pontelagoscuro, ha subito una diminuzione delle portate medie annue del 21%  con un massimo del 39% nel periodo estivo (giugno-agosto).

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