Diciannove persone tra dirigenti medici e imprenditori nel settore farmaceutico arrestate (tre ancora ricercate perché attualmente all’estero), 67 persone indagate, 17 aziende coinvolte in attività illecite, due società di comodo sequestrate al pari di 500.000 euro. E’ questo il bilancio di una operazione ancora in corso condotta dalla prima mattinata dai Carabinieri del Nas di Parma, guidati dal comandante Gianfranco Di Sario, in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale della città ducale, emessa su richiesta del procuratore Antonio Rustico.
Un terremoto a Parma, dove l’inchiesta coinvolge nomi notissimi come quelli del professor Guido Fanelli, 62 anni, direttore della Seconda Anestesia dell’Azienda ospedaliero universitaria, Massimo Allegri, 43 anni, dirigente della Seconda Anestesia, Ugo Grondelli, 71 anni, residente a Montecarlo e domiciliato a San Michele Tiorre, Felino, l’azienda Spindial di Collecchio, l ‘agente di commercio Giuseppe Vannucci, 66 anni, di Montechiarugolo, dirigente della società Appmed srl.
Tra gli indagati dell’operazione, anche il rettore dell’Università di Parma, Loris Borghi, accusato di abuso d’ufficio.
L’operazione, denominata “Pasimafi” è in corso dalle prime ore della mattinata e vede coinvolti oltre 200 militari del Comando per la Tutela della Salute e dei comandi provinciali di 7 Regioni: Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Umbria e Lazio. L’operazione ha visto il sequestro preventivo di due società di comodo allestite per il riciclaggio del provento delle attività illecite ed il sequestro, ai fini della confisca, di quasi mezzo milione d’euro quale profitto per la commissione del reato di corruzione. Sono in corso d’esecuzione 52 perquisizioni nelle abitazioni dei professionisti coinvolti nella vicenda e nelle sedi di società e aziende farmaceutiche.
I reati contestati agli indagati sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere, attraverso la commissione altresì dei reati di abuso d’ufficio, peculato, truffa aggravata e trasferimento fraudolento di valori.
Una struttura medica sarebbe stata finanziata, in sostanza, dalle stesse case farmaceutiche. Si parla di sperimentazioni illegali su ignari pazienti che accedevano per le terapie palliative e del dolore. Nel caso in cui fosse stata dimostrata l’efficacia, i responsabili avrebbero poi sottoposto il prodotto alla commissione etica per avviare la sperimentazione ufficiale.
Le aziende coinvolte nell’indagine avrebbero inoltre lucrato sul fronte della formazione professionale dei medici. Le case farmaceutiche possono sponsorizzare i corsi di formazione, ma non possono affatto – come di fatto avveniva, secondo l’accusa – scegliere i temi da trattare e i relatori. L’organizzazione avrebbe inoltre curato la pubblicazione mirata di articoli su riviste specializzate per elogiare i prodotti di alcune case farmaceutiche e per screditarne altri concorrenti.
Nell’ambito dell’operazione sono stati sequestrati diversi beni, tra auto di lusso ed immobili, oltre a circa 500 mila euro in contanti ritenuti frutto dell’attività illegale. Il denaro sarebbe stato riciclato attraverso servizi e consulenze in realtà mai effettuati. Due le società di comodo create appositamente per far circolare il denaro, una delle quali sarebbe la proprietaria dello yacht Pasimafi 5, che dà il nome all’operazione portata a termine dal Nas, che risulta di proprietà della Crag Up e veniva usato da Fanelli oltre che per scopi associativi.
L’indagine ha preso il via nel 2015 ed è durata quasi due anni, partendo dall’acquisto di una pompa per le dialisi.
GLI INDAGATI
1 – Guido Fanelli, 62 anni, direttore della seconda Anestesia e rianimazione del Maggiore
2 – Giulio Corno, 62 anni, commercialista, residente a Brianza (Lc)
3 – Giovanni Capasso, 61 anni, residente a Segrete (Mi), amministratore DoctorConsulting Srl
4 – Danio Concari, 49 anni, direttore vendite TeleflexMedical
5 – Massimo Allegri, 43 anni, residente a Parma, dirigente medico della seconda Anestesia e rianimazione del Maggiore
6 – Ugo Grondelli, 71 anni, residente a Montecarlo, domiciliato a Felino, nel Cda di Alteco Medical
7 – Marcello Grondelli, 45 anni, residente a Parma, amministratore delegato Spindial Spa
8 – Enzo Lucherini, 64 anni, residente a Pescara, direttore commerciale Ibsa Farmaceutici Italia
9 – Giuseppe Vannucci, 66 anni, residente a Montechirugolo, amministratore AppMed Srl
10 – Marco Filippini, 55 anni, residente a Milano, general manager Sud Europa della Mundipharma Pharmaceuticals
11 – Riccardo Cerbai, 47 anni, residente a Legnano (Mi), Mundipharma Pharmaceuticals
12 – A. G., 55 anni, residente a Bodio Lomnago (Va), consigliere Grunenthal Italia Srl, capo commerciale Europa, Australia e Nord America
13 – Thilo Karl Stadler, 59 anni, domiciliato a Milano, Grunenthal Italia Srl
14 – Fabio De Luca, 45 anni, residente a Roma, general manager divisione Pharma di Angelini
15 – Paolo Carlo Crippa, 52 anni, amministratore delegato TeleflexMedical
16 – Noher Ivan Ias Boninsegni, 43 anni, manager St. Jude Medica Italia Spa
LE AZIENDE COINVOLTE
Non voglio essere frainteso come uno di quei professionisti del giustizialismo che alla notizia di arresti e ancor meno di semplici indagini si affrettano a dare giudizi perentori ancorché affrettati su vicende e persone che ne sono coinvolte. In attesa però che sia seriamente verificato nelle sedi opportune e solo in esse se in quelle vicende siano stati o meno commessi reati, credo sia in qualche modo doveroso dire che, in una città già ferita da vari scandali nella quale sono peraltro in corso diverse indagini che coinvolgono personaggi in vista, non ultimo il sindaco Pizzarotti, abbiamo di nuovo a che fare con accuse molto gravi per fatti, che, se realmente avvenuti, gettano un ombra oscura su servizi sanitari che anche a Parma sarebbero stati oggetto di atti di corruzione ed erogati per finalità di lucro a discapito di malati ignari e della loro salute.
Queste indagini riguardano anche e soprattutto professionisti che esercitano all’interno dell’Ospedale Maggiore di Parma e quindi toccano direttamente il servizio sanitario regionale oltre che l’Università di Parma. Una volta che le notizie dell’inchiesta saranno più chiare mi riservo pertanto di chiedere alla Giunta regionale con una interrogazione di approfondire se vi sono state falle nell’organizzazione dei suoi servizi sanitari che hanno consentito la commissione degli eventuali illeciti e se i risultati delle sperimentazioni dei farmaci e delle altre attività oggetto dell’indagine che hanno comunque prodotto vantaggi economici per certi soggetti possano ritenersi ancora valide.
Fabio Rainieri
Consigliere regionale Lega Nord