Una storia modernissima e ammiccante che, in modo gioioso e con un po’ di malizia, parla di emancipazione della donna: La serva padrona, celeberrimo intermezzo musicale settecentesco di Giovan Battista Pergolesi, va in scena nell’Auditorium del Carmine, grazie a una produzione internazionale, realizzata in collaborazione dal Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma e dalla Haute Ecole de Musique di Lausanne-Sion-Friburgo. Martedì 9 maggio alle 20.30, l’opera buffa sarà rappresentata sotto la direzione di Riccardo Mascia (al clavicembalo) e con regia e impianto scenico di Roberta Faroldi (entrambi docenti del “Boito”).
I costumi indossati dagli allievi sono stati generosamente messi a disposizione dal Teatro Regio di Parma. In scena gli allievi della Scuola di Canto del Conservatorio di Parma – Stela Dicusara (Serpina), Lorenzo Bonomi (Uberto) e Guido Dazzini (Vespone) – e un ensemble strumentale dell’Hemu: Enora Fondain, Flora Santi (violini), Elisa Zito (viola), Lina Luzzi (violoncello), Zhao Guangyao (contrabbasso), Cédric Meyer (chitarra barocca e arciliuto).
La messinscena propone una visione moderna e viva di un’opera famosissima, cercando di riportare la storia alle sue origini, usando l’edizione critica, ed evitando il cliché ottocentesco del vecchio sedotto dalla procace fanciulla. L’idea originaria è quella di una serva che ha già una relazione con il suo padrone, pigro e viziato. Aiutata dal servo muto Vespone, Serpina costringerà Uberto a riconoscere il proprio amore e il matrimonio ne sarà la naturale conseguenza. L’intermezzo è già stato messo in scena lo scorso 8 aprile nella sede della Haute Ecole de Musique di Lausanne-Sion-Friburgo, e sarà poi replicato giovedì 11 maggio alle 21 nel Complesso Monumentale di San Benedetto a Fontanellato, il 12 e 13 maggio nell’ambito della rassegna “Onde musicali sul Lago d’Iseo”.
L’evento, a ingresso libero e gratuito, è inserito nella rassegna “I Concerti del Boito”.