La commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, ha espresso parere favorevole alla delibera di Giunta che istituisce l’area vasta a finalità turistica e la Destinazione turistica “Emilia” (Province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia), approvandone il relativo statuto che ne regola composizione e funzionamento. Hanno votato a favore i gruppi Partito Democratico e Misto-Movimento democratico e progressista, contrario il gruppo Lega Nord, astenuto il gruppo Movimento 5 Stelle.
La Destinazione turistica Emilia, prevista dalla nuova legge di riordino del sistema organizzativo del settore turistico dell’Emilia-Romagna, ha la funzione di gestire la promozione e commercializzazione turistica nel territorio delle tre province. Alla Destinazione turistica Emilia al momento hanno aderito 84 Comuni su 135 (oltre il 60%, percentuale che nella provincia di Reggio Emilia arriva all’80%).
Gabriele Delmonte (Ln) ha criticato la procedura di approvazione dello statuto della Destinazione turistica, ritenendola lesiva dell’autonomia istituzionale dei Comuni in considerazione della sostanziale impossibilità di apportarvi qualsivoglia modifica. Inoltre, in occasione dell’approvazione dello statuto, ha contestato la mancata comunicazione al Comune deliberante della quota annuale di adesione alla Destinazione turistica. Infine, ha domandato come vengano gestiti i finanziamenti relativi a programmi di promozione turistica che ricomprendono territori a cavallo di province, ad esempio Reggio Emilia e Modena o Modena e Bologna, che fanno parte di Destinazioni turistiche diverse. Un tecnico della Regione ha risposto al quesito rassicurando il consigliere rispetto al fatto che i confini delle Destinazioni turistiche non inficiano i progetti turistici che interessano territori appartenenti a Destinazioni turistiche diverse o hanno valenza regionale, la cui gestione resterà in capo all’Azienda di promozione turistica regionale (Apt).
Per Matteo Rancan (Ln) il fatto che nella provincia di Piacenza abbiano aderito alla Destinazione turistica solo 24 Comuni su 48 testimonia la diffidenza politico-amministrativa nei confronti di un provvedimento inadeguato a valorizzare adeguatamente a fini turistici la tipicità del territorio piacentino e che, in merito alla gestione della promo-commercializzazione, vede il territorio della provincia di Parma in una posizione egemone.
Barbara Lori (Pd), nell’esprimere soddisfazione per l’istituzione della Destinazione turistica Emilia, ha evidenziato come il differenziale nell’adesione dei Comuni all’interno delle tre province possa essere dovuto alla condivisione del percorso istitutivo fin dal suo inizio, modalità che, a suo parere, ha dato modo di approfondirne maggiormente i contenuti. Inoltre, ha ricordato come la possibilità di aderire anche successivamente alla Destinazione turistica possa aver motivato svariati Comuni ad attenderne la piena operatività. Infine, ha sottolineato che l’ammontare della quota annua di adesione dei Comuni sarà definita all’insediamento degli organi istituzionali della Destinazione turistica.
Andrea Bertani (M5s) ha affermato che il punto critico dell’istituzione della Destinazione turistica è proprio la definizione della quota annua di adesione, che, a suo giudizio, andrebbe commisurata al flusso effettivo di investimenti per la promo-commercializzazione sul territorio del Comune aderente.
In conclusione, la presidente Luciana Serri, sottolineando come la Destinazione turistica rappresenti un’opportunità proprio per i Comuni e i territori più marginali, dato che un contesto di area vasta amplia potenzialità e opportunità, ha ricordato come la sfida ora sia la promozione turistica dei vari territori. La sinergia istituzionale – ha ribadito – è l’elemento chiave.