La celebrazione del 72° anniversario della “Liberazione” ha costituito un momento di riflessione e di festa. Si commemora oggi il 25 Aprile, i valori di coloro che hanno combattuto per la libertà e la democrazia del nostro Paese, di chi ha creduto in un’Italia affrancata dal totalitarismo e per questo ha sacrificato la propria vita. La fine della guerra, l’avvio di una nuova stagione per l’Italia sono stati motivo di riflessione in una giornata che ha preso avvio con la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di Santa Croce, per proseguire, poi, con il corteo che si è formato a barriera D’Azeglio con la partecipazione del Corpo Bandistico Giuseppe Verdi e gli interventi musicali degli allievi delle scuole della città con la deposizione delle corone al monumento al Partigiano ed al monumento ai Caduti.
In Piazza Garibaldi hanno portato il loro saluto il sindaco di Parma Federico Pizzarotti; Gianpaolo Cantoni, in rappresentanza della Provincia di Parma; il presidente della Consulta studentesca Tommaso Moroni; il partigiano Russia, Soemo Alfieri. L’orazione ufficiale è stata tenuta dal segretario nazionale A.N.P.C. (Associazione Nazionale Partigiani Cristiani), Maurizio Gentilini, su proposta delle Associazioni Partigiane che fanno parte del Comitato del 25 aprile, assieme a Comune e Provincia, e alla presenza delle autorità cittadine e dei rappresentanti della Giunta Comunale.
Essere capaci, nella quotidianità, di fare delle scelte coraggiose, così come i protagonisti della Liberazione fecero 72 anni fa per dare seguito ad una società che sia fondata sui valori della democrazia e della libertà e che che abbia come punto di riferimento l’individuo, la sua umanità, la comunità in cui è inserito e l’apporto che il singolo è in grado di dare, ogni giorno, al suo sviluppo in positivo: è questo il messaggio trasversale lanciato dai relatori che si sono susseguiti sul palco delle autorità in piazza Garibaldi nel momento della celebrazione solenne dei 72 anni della fine della guerra, della Liberazione e della Resistenza.
Il sindaco Federico Pizzarotti ha detto: “Sono orgoglioso di essere il sindaco antifascista di una città antifascista”. Ha fatto perno sul significato intimo di essere partigiani e antifascisti ogni giorno il che significa agire e combattere quotidianamente in nome dei valori di libertà, legalità, rispetto per il prossimo e democrazia che animarono i partigiani. Ha citato Roosvelt: “tornate a casa consapevoli – ha rimarcato il primo cittadino – di poter fare quello che potete, con quello che avete, dove siete”. Ed ha rimarcato il senso che Calamandrei dava al 25 aprile: non solo come celebrazione ma come stato d’animo “per essere cittadini attenti, operosi e continuare nel percorso dei padri che si sono battuti per la libertà”. Pizzarotti ha fatto una lunga carrellata: Ulivi, Gobetti, Gramsci, Walkiria Terradura. Tutti uomini e donne della Resistenza. “Essere buoni cittadini – ha concluso il sindaco – significa non arrendersi all’indifferenza, non voltarsi mai dall’altra parte ma essere antifascisti sempre”.
Gianpaolo Cantoni, consigliere provinciale, con delega a Pianificazione territoriale ed alle attività estrattive, infrastrutture, in rappresentanza del Presidente della Provincia, ha detto: “Ci vuole forza per continuare la battaglia ingaggiata dai Partigiani, una battaglia che va combattuta quotidianamente con impegno per non dimenticare i valori fondanti della nostra democrazia, per ricordarli costantemente ai nostri figli e nipoti in modo che siano sempre vivi e non perdano di presa: libertà, pace e democrazia”. Gianpaolo Cantoni ha fatto riferimento alla Costituzione, “eredità della Resistenza” per rimarcarne i valori e la guida che essa rappresenta per la nazione.
Tommaso Moroni, presidente della Consulta Studentesca, ha citato Calamandrei: “ai giovani il privilegio di consegnare in eredità i valori che portarono alla nascita di una nuova Italia, alla fine della guerra”. “E’ necessario recuperare le nostre radici, il senso di appartenenza ad una comunità. Bisogna tornare a vivere la politica in modo che ognuno sia responsabile delle proprie scelte verso se stesso e verso gli altri”. Da qui la necessità di ricordare i valori fondanti e i principi della Costituzione.
Il partigiano Russia, Soemo Alfieri, ha ripercorso i momenti straordinari dell’epopea della Resistenza ed ha ricordato l’eredità lasciata dai Partigiani per non dimenticare chi ha sacrificato la propria vita per il prossimo. “Un popolo senza memoria è un popolo che muore – ha concluso nel suo intervento – godere di certe libertà democratiche oggi sembra scontato ma è frutto dell’eroismo di chi ha dato la propria vita per la libertà”.
Maurizio Gentilini, segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, si è soffermato sul senso della celebrazione della festa del 25 aprile, come momento di “gioia, di giubilo, come incontro, come necessità di ricordare la propria appartenenza sociale per non cedere all’oblio della quotidianità”. E’ necessario riscoprire il senso del 25 Aprile, secondo il professore Gentilini, che ha citato Ferrucci Parri e Norberto Bobbio: “Il valore della Resistenza come momento imperfetto che cerca la propria compiutezza in democrazia con la Costituente”. Gentilini ha scandagliato il valore politico e sociale del 25 Aprile e lo ha fatto citando Luciano Violante, Primo Levi e Papa Francesco per approdare al tema de lavoro come diritto e per dire no all’oblio e rimarcare i valori ed il senso della Storia, la Storia di un’Italia nata dalla ceneri della dittatura e sulla base di principi democratici ed ideali di libertà per cui tante donne e uomini morirono ed il cui sacrificio è, oggi, ancor più di allora, faro nella vita quotidiana di ciascuno.
Alle 12 i rintocchi solenni della campana della torre civica sono risuonati in tutta la città.