Su piazzale Carlo Alberto Dalla Chiesa da oggi veglierà il busto in bronzo del Generale dei Carabinieri che ha scritto un’importante pagina di storia dell’Italia. Un’opera realizzata dalla scultrice parmigiana Jucci Ugolotti, scoperta stamane nel corso di una toccante cerimonia davanti alla stazione ferroviaria. Presenti il sindaco Federico Pizzarotti, il prefetto Giuseppe Forlani, il presidente della Provincia Filippo Fritelli, il prefetto Vincenzo Panico, commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso e presidente del Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, l’onorevole Giuseppe Romanini, il vicecomandante della Legione Carabinieri dell’Emilia Romagna, Guido De Masi, e il generale Claudio Rosignoli, ispettore regionale Associazione Nazionale Carabinieri. Con loro le associazioni combattentistiche e d’arma di Parma e provincia, i rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana e di Cento Stazioni, ed alcune classi delle scuole di Parma. Ma soprattutto era presente Nando Dalla Chiesa, il figlio del Generale.
“E’ per me un onore – ha detto il sindaco Pizzarotti – scoprire il busto dedicato al Prefetto e Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa quale esempio di un uomo che ha fatto tanto per la sua Patria. E’ un onore che voglio condividere con i cittadini di Parma e con i famigliari nella consapevolezza del ruolo di un uomo che dovrebbe essere fonte quotidiana di ispirazione per tutti noi”.
Il prefetto Forlani ha ricordato in modo accorato la figura di Dalla Chiesa: “Oggi è un giorno speciale per me che ho avuto l’onore di conoscere il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il busto a lui dedicato vuole essere un omaggio, un segno permanente per ricordarlo come carabiniere e come Prefetto di Palermo, come esempio assoluto di cultura della legalità ed i suoi insegnamenti sempre attuali”.
Al momento dello scoprimento del busto è stata letta la motivazione della Medaglia d’oro al Valore civile: “Già strenuo combattente, quale altissimo ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, della Criminalità organizzata, assumeva anche l’incarico, come Prefetto delle Repubblica, di respingere la sfida lanciata allo Stato democratico dalle organizzazioni mafiose, costituenti una gravissima minaccia per il Paese. Barbaramente trucidato in una vile e proditorio agguato, tesogli con efferata ferocia, sublimava con il proprio sacrificio una vita dedicata, con eccelso senso del dovere, al servizio delle istituzioni, vittima dell’odio implacabile e della violenza di quanti voleva combattere”.
Il cappellano militare della Legione Carabinieri Emilia Romagna, don Giuseppe Grigolon, ha proceduto alla benedizione dell’opera dopo un momento di raccoglimento in cui sono stati ricordati tutti coloro che si sono sacrificati nella guerra di liberazione ed in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e dei caduti nell’adempimento del dovere.
L’opera è stata donata al Comune di Parma dalla sezione di Parma dell’Associazione Nazionale Carabinieri ed è stata realizzata con il contributo dell’Unione Parmense degli Industriali e delle Fondazioni Cariparma e Monte Parma. Il busto è stato creato in fusione bronzea dalla scultrice parmigiana Jucci Ugolotti, che ha approfondito i propri studi a Brera ed è stata allieva di Marino Marini e Alik Cavaliere. Alla scultrice è stata conferita nel 1995 dal Ministero dei Beni Culturali la prestigiosa onorificenza di “Accademico” di Belle Arti e, sempre per meriti artistici, ha ricevuto nel 1996 il Premio Sant’Ilario di Parma, nel 2012, alla Triennale di Roma ha ottenuto il “Big Award dell’arte contemporanea”.
La storia del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nato le 1920 nel cuneese, è quella di un uomo da sempre impegnato nella difesa del diritto e della libertà personale. Fu al comando della Tenenza Carabinieri di San Benedetto del Tronto fino al settembre 1943, quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre, si unì alla lotta Partigiana come responsabile delle trasmissioni radio di informazioni clandestine per gli alleati. Fu insignito di una medaglia d’argento al valore militare al termine del conflitto. Da giovane tenente fu il primo a riaprire la Caserma dei Carabinieri di Salsomaggiore, subito dopo la fine del conflitto. Da Ufficiale Superiore operò a Roma, Torino, Milano e in Sicilia quale comandante della Legione di Palermo.
Promosso Generale, assunse tra gli altri incarichi di coordinatore del servizio di sicurezza degli Istituti di Pena e quello di coordinamento e cooperazione tra le forze di Polizia nella lotta al terrorismo. In tale veste conseguì notevoli successi operativi ed arrestò alcuni capi storici delle Brigate Rosse e contribuì a debellare il fenomeno del terrorismo di matrice politica in Italia. Nel 1982, assunse la carica di vicecomandante generale dell’Arma, si trattò di un breve incarico, poiché nel medesimo anno venne nominato Prefetto di Palermo. La sua redazione di una prima mappa di “Cosa Nostra” consentì alla Magistratura palermitana di emettere 87 mandati di cattura carico di mafiosi e di avviare indagini su contributi pubblici e patrimoni illeciti.
A questa sfida reagì la mafia, nella serata del 3 settembre 1982, quando l’auto del Prefetto Dalla Chiesa con al fianco la giovane moglie Emanuela Setti Carraro, sposata in seconde nozze dopo essere rimasto vedovo, venne affiancata dai killer di Cosa Nostra, Antonino Madonia e Calogero Ganci, che fecero fuoco freddando il Generale, la moglie l’agente di scorta della Polizia di Stato, Domenico Russo. Un omicidio barbaro per certi aspetti rimasto avvolto in un alone di mistero come molte delle cose capitate nell’Italia di quegli anni. Ma non fu sacrificio vano. E ancora oggi a Palermo e in Sicilia ci si toglie il cappello quando si pronuncia il nome del Generale.