Cinque anni e mezzo di reclusione per stupro aggravato. Questa la pena inflitta con rito abbreviato a un 45enne di origine tunisina, residente a Parma e con diversi precedenti alle spalle, per la violenza sessuale ai danni di una ragazza di 28 anni con disabilità mentale. Il giudice Maria Cristina Sarli ha inflitto anche la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dagli istituti di tutela. Alla giovane – figlia naturale della compagna dell’imputato, alla quale era stata tolta fin da piccolissima – che si è costituita in giudizio tramite coloro che la assistono, il tunisino dovrà pagare una provvisionale immediatamente esecutiva di 30 mila euro, mentre il danno complessivo potrà essere valutato in sede civile.
A scoprire che qualcosa non andava per il verso giusto è stata una delle famiglie che l’ha accudita durante la sua adolescenza. La ragazza – dopo una notte trascorsa in casa della madre naturale – era taciturna e non rispondeva alle sollecitazioni. Soltanto con tanta pazienza un’amica è riuscita poi a farsi svelare quel tremendo segreto: il marito della madre l’aveva abusata mentre lei dormiva. Per la giovane è stata quella la prima esperienza sessuale. Un calvario interiore difficile da smaltire.
La denuncia contro quell’uomo è stata presentata dagli amici della 28enne negli uffici della Squadra mobile e la macchina delle indagini, coordinata dal pm Lucia Russo, si è subito messa in moto. Anche gli esami medici hanno confermato la violenza subita dalla povera ragazza e oggi per l’uomo è arrivata la condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione grazie allo sconto di un terzo previsto dal rito abbreviato.