Chiusa l’acqua a un disabile che non può pagare, il vicino va...

Chiusa l’acqua a un disabile che non può pagare, il vicino va a rompere i sigilli Iren

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Un uomo piange per strada, disperato, un altro si avvicina e chiede cosa sia successo. Il primo, un 43enne con invalidità mentale, confessa: in casa ho mio fratello, mia cognata e una bimba piccola, non abbiamo lavoro e ci hanno chiuso l’acqua da una settimana perché non possiamo pagare. Il secondo Armando Zambelli, fa una breve verifica della situazione, va a casa del 43enne e rompe i sigilli che Iren aveva apposto al contatore. Perché una persona in stato di bisogno, moroso incolpevole, ha diritto al bene più prezioso che è l’acqua. E’ accaduto in piazzale Chaplin.

A raccontare la storia di Zambelli è Gazzetta di Parma. L’uomo, poi, con una lettera al Comune di Parma, si è autodenunciato, chiedendo alla politica “soluzioni e non chiacchiere” per tutti coloro che a Parma hanno bisogno d’aiuto. In realtà la famiglia in questione già dal 2009 è seguita dai Servizi sociali e in questi anni il Comune – stando alle dichiarazioni dell’assessore Laura Rossi rilasciate sempre a Gazzetta – ha erogato 38 mila euro di aiuti alla famiglia.

L’assessore si è anche chiesta perché “queste persone di buon cuore” invece di compiere “gesti illegali” non aiutano chi è in difficoltà. Ma la domanda potrebbe incontrarne specularmente un’altra: perché il Comune che ha speso 38 mila euro per una famiglia in difficoltà, non si è impegnato a trovare un lavoro adeguato alla disabilità della persone, permettendole così di avere un reddito che avrebbe permesso di far risparmiare le casse pubbliche? E’ evidente che in un momento in cui “lauree e master” fanno fatica a trovare un impiego, un disabile mentale al 75% non ha neppure la speranza di poter parlare con un datore di lavoro.

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