Lactalis non ha i numeri per portare Parmalat fuori dal listino di Piazza Affari. I termini, dopo la riapertura decisa dalla Sofil, sono scaduti oggi e a Lactalis sono arrivate soltanto 706.349 azioni pari allo 0,03% del capitale. Una brutta battuta d’arresto per la multinazionale francese che oggi controlla soltanto l’89,6% di Parmalat e non ha raggiunto, malgrado i due periodi di offerta, quel 90% necessario per procedere al delisting del titolo.
Questa volta Lactalis è riuscita a rastrellare davvero poco sul mercato, essendo partita già da una base di circa l’87%. Oltre ai fondi Amber e Gabelli che detengono piccole quote – in tutto circa il 5% – e che non hanno voluto neppure discutere l’offerta di 3 euro per ogni azione, c’è da registrare il rifiuto di Bankitalia a cedere il suo 0,5% di quote Parmalat.
“Il Gruppo Lactalis – si legge in una nota della multinazionale francese – annuncia che le azioni Parmalat portate in adesione durante la Riapertura dei Termini dell’Offerta Pubblica di Acquisto conclusasi oggi sono pari a n. 706.349, sulla base dei risultati provvisori comunicati da Equita; Parmalat rimane quotata sull’MTA. Con una partecipazione in Parmalat salita a circa l’89,63%, il Gruppo Lactalis, in qualità di azionista di ampia maggioranza, continuerà – come già fatto in passato a partire dall’aprile 2011 quando ne acquisì il controllo – a valorizzare la società nell’ambito di una visione industriale di lungo periodo, facendo leva sui suoi prodotti, i suoi marchi e la sua rete commerciale a livello globale, mantenendo allo stesso tempo un forte radicamento industriale nel territorio italiano“.