Marcello Dell’Utri aveva ragione: nel carcere di Parma la sua posta è stata sottoposta a controllo e censura per diversi mesi in maniera del tutto illegale. Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha dato ragione all’ex numero uno di Publitalia ed ex senatore di Forza Italia oggi 75enne e dal maggio scorso recluso a Rebibbia per la condanna a 7 anni rimediata per concorso esterno in associazione mafiosa.
Il controllo della posta era scattato per tre mesi ad aprile 2015 e poi prorogato per altri due trimestri. Ma già la prima proroga concessa dal magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia, secondo il Riesame, era non regolare a causa della mancanza di una chiara richiesta in tal senso per i motivi espressamente indicati dalla legge. Né la direzione del carcere per motivi di sicurezza, né la Procura per motivi d’indagine o per impedire la commissione di reati avevano infatti chiesto la proroga del provvedimento di censura della posta di Dell’Utri.