A puntare l’indice contro Samuele Turco, il 42enne in carcere per l’agghiacciante omicidio dell’ex compagna Gabriela Altamirano e di Luca Manici, la Kelly, adesso c’è anche Luana Bugliarello, 20 anni, la figlia della donna assassinata. Su richiesta del pm Emanuela Podda che indaga sul duplice omicidio di Natale con gli uomini della Squadra mobile, il giudice Maria Cristina Sarli ha acconsentito all’incidente probatorio per raccogliere con valore di prova le dichiarazioni della ragazza, che con la sorella più piccola è intanto tornata a vivere con il padre, a Soragna, dove riposa anche la salma della madre. La ragazza avrebbe riferito delle persecuzioni che Turco avrebbe attuato nei confronti dell’ex compagna, ma anche contro di lei. Sul telefono di Luana, infatti, sarebbero arrivate anche foto piuttosto spinte della madre, oltre a vari messaggi. Tutto da prima dell’omicidio e fino al 5 gennaio, quando è scattato l’arresto.
Samuele Turco si è giustificato sostenendo che si trattava di un modo per riavere indietro un impianto stereo da lui acquistato e portato nella casa di Salsomaggiore, dove viveva Gabriela con le due figlie. In realtà per l’accusa il suo comportamento avrebbe configurato il reato di stalking anche nei confronti di Luana. La ragazza ha inoltre ammesso di sapere che la madre si prostituiva. Gabriela glielo aveva confessato alcuni mesi prima di morire.
Turco ha parlato davanti al giudice dopo Luana, ripetendo la sua versione: voleva che Gabriela smettesse di prostituirsi e che magari tornasse anche con lui. Per l’accusa, invece, le cose sarebbero ben diverse, tanto che ha contestato all’uomo l’omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà. Stessa accusa per il figlio Alessio, 20 anni, rinchiuso nel carcere di Reggio Emilia nel più assoluto silenzio. Lui ha ammesso di essere stato presente nel casolare di via Angelica, ma ha anche sottolineato di non aver ucciso nessuno. Il suo ruolo, però, è ancora tutto da chiarire.
Samuele Turco, invece, oltre che di omicidio premeditato aggravato, dovrà rispondere anche di sfruttamento della prostituzione, stalking ai danni di Gabriela e Luana, ricettazione, falso e violazione di sigilli.
Tutti reati “relativi” rispetto al primo che, da solo, potrebbe costargli l’ergastolo. Secondo l’accusa, Gabriela sarebbe stata la vera fonte di guadagno per Samuele, visto che il suo locale, “Al Miglio 76”, a Cassio, era quasi al fallimento. La fine della storia, quindi, sarebbe coincisa, secondo l’accusa, con la fine della fonte di reddito. E questo avrebbe spinto Turco all’odio crescente verso Gabriela, ma anche verso Luca Manici con la quale la donna collaborava all’Angelica Vip Club di San Prospero.
La ricettazione è scattata in seguito al ritrovamento nella casa di Samuele Turco di diversi assegni, mentre il falso deriva dal possesso di una carta d’identità smarrita da un uomo tre anni fa, alla quale il 42enne aveva attaccato la sua foto probabilmente con l’intento di lasciare l’Italia dopo l’omicidio. Infine, la violazione dei sigilli: Samuele Turco, il 29 dicembre, tre giorni dopo l’omicidio, è tornato nel casolare di via Angelica. Per fare cosa non è chiaro, ma gli inquirenti non escludono che volesse cancellare qualche indizio.
Tutto fatto in piena coscienza subito dopo la festa di Natale in famiglia? Per togliere ogni dubbio e forse anche un’arma alla difesa, la Procura ha chiesto al giudice Sarli di disporre la perizia psichiatrica sia per Samuele, sia per Alessio Turco. Richiesta accolta e sarà Renato Ariatti, psichiatra bolognese, ad occuparsi della perizia che dovrà essere consegnata entro 90 giorni. Ariatti ha già eseguito la perizia per conto del tribunale di Parma anche su Luigi Colla, accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata, Elisa Pavarani, avvenuto lo scorso 10 settembre. Sarà invece lo specialista Andrea Carretti ad occuparsi della perizia informatica sui telefonini sequestrati, tra i quali però non c’è quello di Gabriela, che non è stato mai trovato.