Donald Trump con la sua politica protezionistica mette a rischio oltre 414 milioni di euro di esportazione agroalimentare dall’Emilia Romagna. Nel 2015 li Stati Uniti sono diventati il terzo partner commerciale della nostra regione dopo Germania e Francia.
Secondo le elaborazioni di Coldiretti Emilia Romagna su dati Istat, il 7,1 per cento dei 5,8 miliardi delle esportazioni agroalimentari regionali varcano l’Atlantico.
I prodotti di qualità dell’Emilia Romagna – commenta Coldiretti Emilia Romagna – sono un forte richiamo per gli americani, con ampio spazio conquistato sui mercati statunitensi da vino e formaggio. Il Parmigiano Reggiano da solo occupa quasi un quarto delle esportazioni regionali verso gli USA, raggiungendo quasi 100 milioni di euro, arrivando ad insidiare il primo posto della Francia.
Si tratta di risultati ottenuti grazie ai primati qualitativi e alla sicurezza alimentare raggiunti dalla nostra regione – commenta Coldiretti Emilia Romagna – che vanno difesi rispetto ai rischi legati a una possibile stretta sulle importazioni, senza accettare compromessi al ribasso che mettono a rischio la qualità e la sicurezza alimentare, come la pretesa degli Stati Uniti di avere il via libera per le esportazioni di prodotti Ogm e di carne agli ormoni che la stragrande maggioranza degli italiani ha dichiarato di non volere.
Il rischio di chiusura delle frontiere o l’imposizione di pesanti dazi – rileva Coldiretti regionale – pone comunque l’esigenza di affrontare l’evidente problema di proliferazione sul mercato statunitense del fenomeno dell’italian sounding. Un fenomeno che vale già 20 miliardi di euro e che colpisce molti prodotti proprio dell’Emilia Romagna, in particolare il Parmigiano Reggiano, il prosciutto di Parma e il Lambrusco, di cui si trovano numerosi cloni tarocchi sul mercato americano.