L’ingegner Paolo Scarpa di sicuro non dorme sonni tranquilli già da tempo. Nel Partito Democratico non c’è mai da fidarsi troppo dei compagni, mancata elezione di Romano Prodi a capo dello stato docet. Per non risalire al flop della “gioiosa macchina da guerra” di Vincenzo Bernazzoli nel 2012. Né le prime dichiarazioni dopo la vittoria schiacciante alle primarie del 5 marzo da parte di importanti pezzi del Pd parmigiano invitavano alla serenità.
Ma ora il contrasto tra le diverse anime del Pd parmigiano è emerso alla luce del sole. A sfoderare le armi del duello, il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Nicola Dall’Olio, che ha ritirato la sua candidatura alle primarie per sostenere quella del civico Paolo Scarpa. Dall’Olio, con una lettera dello scorso 19 marzo indirizzata al presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ai segretari regionale Paolo Calvano, provinciale Gianpaolo Serpagli, e cittadino Lorenzo Lavagetto, oltre che per conoscenza all’assessore regionale Simona Caselli, ai tre parlamentari (Giorgio Pagliari, Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini) e ai consiglieri regionali del territorio, ha chiesto addirittura il deferimento di Dario Costi alle autorità di garanzia delle primarie.
Secondo Dall’Olio – che a giudicare dal lungo elenco di destinatari, sembra intenzionato a fare quanto più rumore possibile – sarebbe “scorretto” il comportamento di Dario Costi, che con una nota ha reso pubblica l’intenzione del suo gruppo di mettere a disposizione di Scarpa le proprie idee e competenze, “se si dimostrerà interessato” (leggi). Dall’Olio scrive tra l’altro: “trovo inaudito che si chieda a mezzo stampa al candidato sindaco Paolo Scarpa (mai nominato da Costi e mai pienamente riconosciuto come tale) se è o meno interessato alla propria proposta di programma”. Insomma, il capogruppo Pd sembra preoccupato che chi è uscito sconfitto alle primarie possa rientrare dalla finestra a suon di interventi pubblici. E quindi si augura che “sia l’ultimo comunicato di Dario Costi non concordato con il candidato di tutti Paolo Scarpa”.
Dall’Olio chiede quindi ai garanti delle primarie di prendere provvedimenti in merito, sottolineando come Costi non si sia mai presentato alle riunioni del partito dopo il 5 marzo, non abbia risposto alle chiamate di Scarpa e non ci sia stata alcuna occasione in cui i tre candidati si siano più ripresentati insieme.
Non poteva certo mancare la risposta a stretto giro del professor Dario Costi. Che oggi suona come un de profundis di qualsiasi ipotesi di dialogo con il candidato sindaco Scarpa che – non è mistero – non è andato giù a importanti pezzi del Pd.
“Il sottoscritto – dice Costi – non è stato inserito tra i destinatari della comunicazione… il che non mi pare un segnale di volontà collaborativa e di correttezza. Ma entriamo nel merito: nella lettera Dall’Olio contesta come “inaudito” e “scorretto” il nostro comunicato stampa di domenica 18 marzo nel quale rendevo noto che gli amici che mi hanno sostenuto alle primarie intendevano proseguire il lavoro di approfondimento sul programma per offrire “questo contributo al vincitore delle primarie, se si dimostrerà interessato.” Davvero – si chiede quindi Costi – mettere a disposizione le nostre competenze, la nostra mobilitazione, la nostra passione e le idee raccolte nella campagna di Ascolto è da censurare?”.
Il professor Costi, che alle primarie era il candidato del Pd, l’unico con la tessera del partito in tasca, non si risparmia nella replica a Dall’Olio: “Altre richieste, poi, mi sembrano ancora più incredibili. Dall’Olio pretende che mi sia tolta l’autonomia di parola e impedito di comunicare con la stampa senza la preventiva autorizzazione del vincitore delle primarie. Infine chiede il mio deferimento agli Organi di Garanzia inviando l’email anche al Presidente del Collegio (testuale: “Trovo questo modo di comportarsi e di comunicare a mezzo stampa assolutamente scorretto e lo segnalo anche agli organi di garanzia perché facciano le proprie valutazioni. […] Attendo riscontro sulle valutazioni del presidente della commissione dei garanti.”). Questo modo di ragionare e di agire – tuona Dario Costi – non mi appartiene ed è lontanissimo dal mio pensiero e dai miei comportamenti. A maggior ragione, a fronte della nostra responsabilità politica, tutto ciò appare difficilmente sopportabile, oltre che inconcepibile”.
Costi evidenzia “la gravità dell’intervento e i toni aggressivi che si commentano da soli” e chiede “a Scarpa di pronunciarsi su questa concezione punitiva delle primarie e della democrazia manifestata da Dall’Olio, rendendo noto se è anche la sua. Per me vincere le primarie non significa imposizione sugli altri, togliendo loro ogni diritto di parola, interlocuzione pubblica e elaborazione programmatica. Lealtà, collaborazione e considerazione reciproci sono, a mio parere, condizioni indispensabili per un lavoro comune che poteva essere avviato nell’interesse di Parma. Questo, d’altro canto, è quello che abbiamo offerto, e preteso, da subito”.
Tutto qui. Neanche per idea. Il professor Costi non ci sta proprio e pone quello che sembra un paletto insuperabile: o me o Dall’Olio. “Con dispiacere devo riscontrare – conclude infatti Dario Costi – che la presenza di Dall’Olio, che non è nuovo ad attacchi personali nei miei confronti, rende veramente difficile una collaborazione positiva e, di conseguenza, un mio coinvolgimento”.