A Roccalanzona di Medesano iniziano le prime forme di protesta dei cittadini per l’annunciato arrivo di presunti 50 profughi – tutti uomini – che verranno collocati in un edificio posto a fianco della Rocca donato di recente alla Comunità Betania di don Luigi Valentini. A sollevare non solo dubbi ma anche timori tra gli abitanti della piccola frazione collinare, il luogo in cui verrà creato questo centro di accoglienza: una realtà completamente isolata, posta proprio in cima alla collina, dove sembra ci sia anche qualche problema con la ricezione dei telefonini cellulari.
Non solo, a preoccupare gli abitanti è anche il fatto che fino a Sant’Andrea ci sono molte abitazioni isolate e spesso anche prive di recinzione e nessuno vorrebbe ritrovarsi qualche straniero malintenzionato per casa, oppure qualche incontro indesiderato per le stradine della campagna. Dal Comune di Medesano intanto prendono le distanze dal progetto. E’ una cosa privata che riguarda la Chiesa, dicono, anche se promettono di vigilare perché non ci siano problemi di sicurezza.
Ma non è passato inosservato a diversi cittadini il fatto che nei mesi scorsi il Comune guidato dal sindaco Riccardo Ghidini si sia fermamente opposto all’arrivo di profughi a Costa Cavalli, dovge il progetto è attualmente fermo sembra per questioni di agibilità dello stabile, mentre non si vedono particolari levate di scudi sull’arrivo dei richiedenti asilo addirittura a Roccalanzona, che è una località ben più isolata.
Tutte questioni che avrebbero dovuto essere trattate mercoledì scorso nel corso di un incontro informale con gli abitanti della zona, poi saltata all’ultimo momento perché, pare, non ci fossero notizie ufficiali da comunicare. Un teatrino che ha indispettito ancor di più diversi abitanti di Roccalanzona, convinti che non ci sia una reale volontà politica di affrontare il problema profughi. Nel frattempo nelle case di Roccalanzona, Sant’Andrea e Felegara, le realtà più vicine alla villa che dovrebbe ospitare il nuovo gruppo di richiedenti asilo, è arrivato anche un volantino che invita la cittadinanza a far sentire la propria voce di dissenso. Riportate a tal proposito anche le voci “fuori dal coro” della Chiesa, come quelle di don Larizza di Taranto, monsignor Negri di Ferrara e monsignor Zenti di Verona, contrari alle attuali modalità di accoglienza che non renderebbero un servizio ai nuovi arrivati e neppure a chi sul territorio ci ha sempre vissuto.
La preoccupazione adesso è che i cittadini della zona verranno informati – come avvenuto in altre realtà della provincia, dove i sindaci hanno lamentato il mancato preavviso da parte della Prefettura, che gestisce direttamente i flussi sul territorio – soltanto a cose già fatte, ovvero quando i 50 profughi saranno già arrivati sul territorio e le proteste, a quel punto, saranno vane. Sono comparsi pure alcuni striscioni di protesta sulle case della zona. E adesso c’è anche chi pensa che la recente visita a Medesano dell’europarlamentare Cécile Kyenge – che ha ricoperto anche il ruolo di ministro all’Integrazione – non sia stata del tutto casuale. Fra l’altro anche quella visita è stata accolta da un coro di proteste poco civili sui social, tanto che della vicenda si sta occupando adesso l’autorità giudiziaria sulla base di un esposto presentato proprio dal sindaco Ghidini.