Giornate FAI di Primavera: visite al palazzo dell’Università, all’Ospedale Vecchio e nella...

Giornate FAI di Primavera: visite al palazzo dell’Università, all’Ospedale Vecchio e nella casa di Don Ferdinando di Borbone

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Domenica 26 marzo le Giornate FAI di Primavera entrano all’Università di Parma. La sede dell’Ateneo in via Università, antico Collegio dei Gesuiti, apre le porte allo storico appuntamento organizzato dal Fondo Ambiente Italiano. Il Palazzo sarà visitabile dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (partenza ultima visita alle 18), con ingresso da via dell’Università 12 (info: [email protected]). Nell’organizzazione saranno impegnati numerosi volontari del FAI, e le visite saranno curate dagli studenti del Corso di Laurea in Beni Culturali dell’Università.

Il percorso di visita del Palazzo Centrale partirà dall’atrio principale di ingresso (atrio “delle colonne”) e si concluderà con la corte interna al cui centro spicca la scultura “Graecia capta” di Carlo Fontana. Si visiteranno tra l’altro l’Aula dei Filosofi, lo scalone d’onore con la statua di G.D. Romagnosi, al primo piano la galleria sul lato nord con l’Aula della Bandiera e sul lato ovest il lapidario a memoria dei docenti illustri, e il Rettorato. La visita continuerà negli ambienti del Museo di Storia Naturale, poi si scenderà dalla scala storica e si attraverserà il corridoio del piano terra con le sculture di Alberto Burri. Poi l’Aula Magna, il vestibolo dell’Aula Magna con i foto ritratti dei Rettori e la corte centrale.

 

Per celebrare i 25 anni delle Giornate di Primavera, il FAI quest’anno garantirà l’apertura straordinaria di oltre 1000 siti in 400 località in tutta Italia, molti dei quali poco conosciuti ed eccezionalmente visitabili. Le Giornate FAI di Primavera hanno ottenuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana e il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

“Le giornate FAI sono un meraviglioso evento di pedagogia civile che attira migliaia di visitatori ogni anno – ha detto Giovanni Fracasso, responsabile della Delegazione FAI di Parma –. Sono anche una grande occasione per affermare il primato della cultura. Il Palazzo Centrale dell’Università non è solo uno scrigno di tesori, che merita di essere visitato, ma rappresenta anche la millenaria storia del più importante polo culturale della città. L’eccellenza della nostra Università è un ingrediente fondamentale per un nuovo Rinascimento parmense”.

“Per noi è un onore aprire le porte al FAI, per una manifestazione che è un appuntamento ormai consueto per milioni di italiani. Abbiamo una sede storica meravigliosa che è davvero tutta da scoprire, e credo che questa sia un’occasione d’oro per visitarla: invito dunque tutti, parmigiani e non, a venire a trovarci – spiega il Rettore dell’Università, Loris Borghi –. Anche questa apertura straordinaria rientra nello spirito della nuova Università che abbiamo cercato di costruire fin dall’insediamento dell’attuale governance di Ateneo: un’Università che vuole essere appunto aperta al territorio e muoversi in piena sinergia con esso, parte di un circuito virtuoso nel quale non ci siano barriere ma ponti”.

L’apertura del Palazzo Centrale dell’Università di Parma di domenica 26 marzo sarà preceduta da altri due appuntamenti a Parma e in provincia: le Giornate FAI, che si svolgono con il patrocinio del Comune di Parma, avranno infatti venerdì 24 marzo l’anteprima con l’apertura dell’appartamento di Don Ferdinando di Borbone e dell’Osservatorio Astronomico nella Reggia di Colorno, mentre sabato 25 marzo vi sarà l’apertura del maestoso Complesso dell’Ospedale Vecchio di Parma.

Il Palazzo centrale dell’Università dal 1768 – visitabile domenica 26 marzo – è stato Collegio dei Gesuiti e incompiuta sede urbana della Compagnia di Gesù. Il Palazzo centrale sorge nel vasto isolato che i Gesuiti ampliarono, progressivamente, dal 1564, presso l’oratorio di San Rocco, assegnato loro dal duca Ottavio Farnese. Numerosi progetti furono presentati nel tempo, tra cui quelli di frate Giovanni Tristano (1565), di padre Blandino (1629) e di altri architetti. Solo nel 1654 si avviò il cantiere, probabilmente sul progetto di padre Giovanni Federico Cusani. Il severo esterno del tetragono edificio è quasi antibarocco nel suo ostentato rigore controriformistico. I grandiosi ambienti interni conservano le vestigia dell’uso originario, benché siano stati negli ultimi due secoli adattati alle esigenze didattiche e di rappresentanza dell’Ateneo. La facciata è divisa da cornici di pietra in due fasce corrispondenti al piano terra e al primo piano. Ogni fascia è percorsa da una serie di finestre circondate da cornici. Il grande atrio è coperto da volte a crociera sostenute da colonne tuscaniche con basamento in pietra. Attraverso questo ambiente si accede allo spazioso cortile interno a pianta quadrata. Al primo piano le aule si aprono su una serie di corridoi ornati da lapidi commemorative e da busti raffiguranti i docenti dell’Università di Parma. Di particolare pregio risultano l’Aula dei Filosofi, ricca di antiche tele ovali, e l’Aula Magna, ricoperta da una volta a vela, che presentano ancora le cattedre e gli stalli lignei originari lungo le pareti.

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