Sinistra Italiana a Parma è ormai in frantumi. Non solo le polemiche pre e post primarie del centrosinistra, ma una netta presa di distanza dal partito nazionale seguita al congresso delle scorse settimane.
“La strada che Sinistra Italiana ha deciso di intraprendere con il congresso nazionale non ci appartiene più, troppo lontana dagli iniziali intenti, quelli di una forza che sapesse dialogare con il mondo intorno a sé e che si allargasse oltre i propri confini – sottolineano Francesca Barbacini e un nutrito gruppo di aderenti -. Inutile definirsi di governo se ci si chiude a riccio alla ricerca di una pretesa purezza che è solo autoreferenzialità, così come non ha senso il richiamo continuo alla democrazia, specie quella interna, quando si interviene a gamba tesa anche nelle questioni locali, negando qualunque ascolto ai territori, che sono il vero cuore pulsante dell’agire politico, e calando dall’alto decisioni senza cognizione di causa”.
Ma non è un addio alla politica, uno scarico di responsabilità: “Dopo esserci confrontati, abbiamo deciso non senza rammarico di lasciare il partito, ringraziando chi fino ad oggi ci ha seguito e dato fiducia. Ma vogliamo rassicurare chi ha guardato a noi con l’interesse di chi non si rassegna a fare a meno della sinistra che non ci fermiamo qui; la politica come la intendiamo noi va avanti anche senza etichette. Osserviamo con interesse ciò che si sta muovendo, in ambito nazionale e locale, nel campo largo della sinistra mettendo a disposizione quello che abbiamo seminato in questi anni di militanza“, conclude la nota.
A lasciare Sinistra Italiana a Parma, oltre a Federica Barbacini, anche Roberto Ranalli, Mirko Reggiani, Damiano Iulio, Fabrizio Genua, Elisangela Ranalli, Umberto Bacchini, Licia Bacchini e Glenda Pelosi.