L’asfalto inglese è l’ultima trovata dei truffatori. Vittime, questa volta, non indifesi anziani parmigiani, ma aziende parmensi finite nel mirino della banda. Questa volta, però, la banda non ha fatto adeguatamente i conti con i Carabinieri di San Pancrazio, che hanno salvato appena in tempo un’azienda di logistica di Eia. Quattro persone sono finite nei guai con l’accusa di truffa in concorso, denunciate a piede libero alla Procura della Repubblica.
Nell’azienda di Eia è arrivato un uomo distinto, dai tratti caratteristici inglesi, che in uno stentato italiano si è presentato come un imprenditore edile che aveva appena concluso un lavoro per la TiBre autostradale. L’offerta è di quelle che non si possono rifiutare: è avanzato dell’asfalto con il quale, a costo zero, l’impresa potrebbe asfaltare il viale d’accesso in terra battuta dell’azienda di logistica. Una stretta di mano sancisce l’accordo e in effetti sul posto sipresentano gli operai, che stendono un bitume di scadentissima qualità su un’area di 600 metri quadrati senza neppure livellarlo come si dovrebbe in tutti i lavori stradali. Solo un lavoro fatto male? No, alla fine gli operai presentano un conto di ben 6.000 euro. In pratica 10 euro al metro quadrato.
Il tutto grazie alla firma e al timbro che gli operai si erano fatti apporre dall’azienda su una bolla in bianco presentata come una semplice autorizzazione ad eseguire i lavori. Bolla che magicamente si trasforma in fattura da 6.000 euro. A quel punto, il titolare dell’azienda ha telefonato al 112. I Carabinieri, arrivati subito sul posto, hanno identificato tre rumeni con qualche precedente e un inglese di 28 anni con diversi episodi di truffa alle spalle e con un foglio di via obbligatorio dall’Italia già sulla testa. Per loro è quindi scattata la denuncia per truffa.
I Carabinieri adesso lanciano un appello, non solo ad evitare queste situazioni in quanto nulla a questo mondo è gratis, ma anche a denunciare eventuali episodi già accaduti. E’ possibile infatti che la banda abbia già colpito sul terriotorio, in particolare in zone isolate, e che i proprietari raggirati abbiano ceduto alla richiesta di pagamento, intimoriti dagli operai.
Episodi analoghi si erano registrati già l’estate scorsa, anche se l’asfalto in quel caso non era “inglese”. Diversi episodi erano stati segnalati da Bardi a Polesine e nel mirino era finito anche il sindaco di Busseto (leggi). Anche in quel caso i “magnanimi” operai si presentavano come dipendenti di un’impresa che aveva appena terminato un lavoro per conto del Comune, dal quale era avanzato dell’asfalto.