Nessuna violenza sul corpo di Severino Zoppi, l’83enne deceduto venerdì scorso nella sua casa di largo 24 Agosto 1942 dopo un’accesa lite con il figlio Roberto, 50 anni, arrestato poi dai carabinieri per omicidio preterintenzionale. L’anziano non è stato picchiato e non è caduto in terra in seguito a una colluttazione: è morto a causa di un arresto cardiaco che non gli ha lasciato scampo. E’ stato il malore a farlo accasciare a terra e non il figlio. Lo ha stabilito l’autopsia disposta dal pm Daniela Nunno.
Roberto Zoppi, al momento agli arresti presso il reparto di Psichiatria del Maggiore, su disposizione del gip Mattia Fiorentini che lo aveva scarcerato per consentirgli di essere curato nel migliore dei modi, rimane però indagato. Almeno per il momento. Secondo l’accusa, l’uomo quella mattina all’ora della colazione avrebbe avvicinato il padre in maniera minacciosa e lo avrebbe strattonato mentre i due stavano urlando. Uno stress evidentemente eccessivo per un cardiopatico come Severino Zoppi, patologia ben nota al figlio. La lite sembra sia sorta perché Roberto non voleva prendere i farmaci che servivano a curare i suoi disturbi psichiatrici.
Quando il 50enne ha visto il padre accasciarsi, è poi fuggito al piano di sopra dove si è barricato nella sua stanza. E c’è voluta tutta la pazienza dei Carabinieri e dei sanitari per convincerlo a lasciarli entrare. Altro aspetto adesso al vaglio degli inquirenti è la reale capacità di intendere e volere che Roberto Zoppi aveva in quella tragica mattina in cui non aveva preso i farmaci. Alla scena ha assistito anche l’anziana madre, che ha poi chiesto aiuto a un vicino perché il marito stava morendo.