Nello stabilimento Sadam di San Quirico di Trecasali si produrrà biocarburante. Per anticipare la crescita della domanda e sfruttare quindi un vantaggio competitivo Bio-on e il Gruppo Sadam hanno infatti avviato un progetto comune per sviluppare processi industriali innovativi per produrre acido levulinico utilizzando come materia prima i sottoprodotti dell’industria dello zucchero. L’attuale produzione mondiale di acido levulinico si basa su impianti altamente inquinanti, con un impatto ambientale non accettabile per gli standard europei e con costi di produzione che determinano prezzi elevati di mercato. Per questo e grazie alle conoscenze acquisite dai laboratori di Bio-on2 negli ultimi due anni verrà costruito un impianto pilota per la ricerca. Il successivo sviluppo del progetto prevederebbe la costruzione di un impianto dimostrativo con capacità produttiva di 5.000 tonnellate all’anno di acido levulinico.
Questa struttura dovrebbe essere insediata presso lo stabilimento agro-industriale di Sadam a San Quirico di Trecasali, che comprenderà anche un impianto industriale, con tecnologia Bio-on, per produrre biopolimeri PHAs a partire da glicerolo, un co-prodotto della produzione del bio-diesel. L’obiettivo finale del progetto, che nei prossimi 3 anni può contare su un budget di 6 milioni di euro, è dimostrare la possibilità di realizzare un processo produttivo, a costi competitivi e basso impatto ambientale, che permetta di essere replicato su scala più elevata in vista di una successiva fase industriale e commerciale. Il progetto “Produzione industriale ecosostenibile di acido levulinico da derivati dell’industria saccarifera non destinati all’alimentazione umana – PROECOLEV” è stato approvato dal Ministero dello Sviluppo economico e ha una durata di 36 mesi.
La tecnologia sviluppata da Bio-on, e Gruppo Sadam favorirà la nascita di bio-raffinerie in Europa, in grado di trasformare materie prime povere e naturali in elementi rinnovabili ad alto valore aggiunto, nel quadro dell’economia circolare e dell’economia verde che si intende promuovere nell’Unione Europea.
«L’acido levulinico è considerato uno dei 12 “building block” della chimica verde del futuro – spiega Marco Astorri, presidente di Bio-on Spa – e realizzare, nei prossimi mesi, come già avevamo annunciato nel 2015, un nuovo metodo per produrre industrialmente l’acido levulinico ci riempie d’orgoglio e consente di affermare la nostra leadership mondiale nello sviluppo della bio-chimica moderna».
«Siamo soddisfatti della prima fase di sviluppo realizzata da Bio-on, e il Gruppo Sadam – dice Massimo Maccaferri, presidente di Sadam – perché questa nuova molecola rappresenta a tutti gli effetti uno straordinario volano che può contribuire alla ripartenza dell’industria chimica italiana, salvaguardando l’occupazione e garantendo un investimento per il nostro futuro».
Il governo degli Stati Uniti considera l’acido levulinico una delle più grandi famiglie dei derivati industriali del futuro ed è ritenuto uno dei 12 più promettenti bio-intermedi dal National Renewable Energy Laboratory1. Secondo le più recenti previsioni e sulla base di varie ricerche indipendenti Bio-on stima che la richiesta del mercato mondiale di acido levulinico crescerà di 150-200 volte nei prossimi 7-8 anni. Si tratta di un composto naturale che si ricava da biomasse e il progetto prevede l’utilizzo quale materia prima l’utilizzo di co-prodotti della barbabietola da zucchero. È un prodotto chimico piattaforma utilizzabile per produrre altre sostanze chimiche o per sostituire le alternative sintetiche. I principali utilizzatori finali di acido levulinico sono il settore agricolo, farmaceutico e cosmetico ma questa molecola naturale contribuisce anche alla creazione dei nuovi carburanti ecologici, fertilizzanti e antiparassitari. Viene utilizzato inoltre nel settore delle plastiche biodegradabili consentendo di ampliarne l’ambito di applicazione ed è un elemento intermedio per realizzare materiali plastici con elevate performance, medicinali e molti altri prodotti “green” di nuova concezione.