Locali gay finanziati dallo Stato vietati alle donne. E’ discriminazione?

Locali gay finanziati dallo Stato vietati alle donne. E’ discriminazione?

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Signor Direttore,
nello scandalo del centro Anddos di Roma scoperchiato dalla trasmissione Le Iene, dove le orge gay erano accompagnate pare anche da scambio di denaro, cioè da sfruttamento della prostituzione vero e proprio, non mi ha tanto colpito tutto ciò, ce lo si poteva anche aspettare, ma quello che più mi ha colpito è che l’Ufficio Unar, contro le discriminazioni, della Presidenza del Consiglio di Palazzo Chigi, stesse dando lauti finanziamenti, cioè denaro di tutti noi, a circoli in cui è vietato tassativamente l’ingresso alle donne, sì, proprio al gentil sesso!

La domanda d’obbligo a questo punto è la seguente: perché i gay, in questo caso maschi, non vogliono le donne nei loro locali? Timore che qualcuno ci si innamori? Paura della temibile concorrenza femminile? Maria Elena Boschi, nella sua quotidiana lotta alle discriminazioni, ha mai pensato che in ciò possa delinearsi una ipotesi di discriminazione in base al sesso? Lo sa che pure lei, in quanto donna, in tali circoli non ci potrà mai mettere piede? Di fronte a tali “dispari” opportunità qualcuno d’ora in poi dovrà perciò necessariamente pensare a locali gay woman-friendly per evitare che questi possano essere ritenuti locali woman-fobici. Meditate, gente, meditate!

Glauco Santi
Parma

1 COMMENTO

  1. La risposta è semplicissima. Se un locale gay apre alle donne in esso potranno confluire, inevitabilmente, anche uomini eterosessuali (in quanto interessati alle donne), creando incrinature alla socializzazione tra uomini. La sua lamentela può essere anche comprensibile ma, prima di tutto, io penso che lo Stato debba preoccuparsi di tutelare tutti quegli uomini che, per secoli, sono stati discriminati. E il creare luoghi appositi di ritrovo esclusivi e solo per loro, penso sia assai doveroso. Le donne dovrebbero capire che, al di là di tutto, l’entrare in quei locali, per loro, non avrebbe nessun senso in quanto, se un uomo va lì, etero, bisessuale o gay che sia, ha precisa volontà di socializzare solo ed esclusivamente con altri uomini. E se per un eterosessuale questo potrebbe essere un capriccio di una sera, per un bisessuale o un omosessuale potrebbe essere una necessità e, come tale, ringrazio lo Stato che tutela tale importante necessità. Vede, signora, le problematiche uomo-donna non si risolveranno togliendo gli spazi a quegli uomini che, peraltro, alle donne sono assolutamente disinteressati. Ci lasci i nostri spazi e capisca che in quanto uomini e in quanto gay, l’avere spazi dedicati e tutelati (non inquinati da presenze che potrebbero ostracizzare le nostre vicinanze, magari anche con fare omofobico) è per noi una necessità importante e, se lo Stato ha riconosciuto ciò, sono felice di vivere in uno Stato come il nostro. La saluto e le faccio i migliori auguri per la sua vita. E, al di là di tutto, non focalizzi la sua attenzione sul fatto che esistono uomini che, pur essendo maschi al 100%, non provano per le donne alcuna attrazione! Questa non è una scelta: gay si nasce… GAY SI E’… E io ho avuto la fortuna di esserlo… Perché? Perché essere gay significa essere felici e liberi fra pari, ma non ha senso spiegarlo a chi non potrà mai capirti… Arrivederla, di nuovo.

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