Strumentazione di ultima generazione per la colonscopia e un sistema per il monitoraggio a distanza dei parametri vitali dei pazienti. Sono questi i nuovi acquisti dell’ospedale di Vaio, a Fidenza, realizzati grazie al contributo della Fondazione Cariparma, che ha operato al fianco dell’Azienda Usl per potenziare l’Endoscopia digestiva e Gastroenterologia e il Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza.
Per l’Endoscopia digestiva, in particolare, con il contributo di Fondazione Cariparma di 113 mila euro è stata acquistata una nuova piattaforma per colonscopia chiamata Fuse, Full Spectrum Endoscopy (del valore complessivo di 151.280 euro) che consente di esplorare il colon con un campo di visione di 330 gradi, quindi quasi circonferenziale e di gran lunga superiore rispetto ai 170 gradi dei colonscopi standard. Tale strumentazione, in uso in Emilia-Romagna solo all’Ospedale di Vaio e in Italia presente solo in pochissime strutture, è in grado di garantire una maggiore efficacia delle colonscopie grazie alla precocità ed efficacia della diagnosi per immagine visualizzate su una piattaforma composta da 3 monitor contigui tali da ricostruire in tempo reale e tridimensionalmente la morfologia del colon. Con questa nuova strumentazione la percentuale di adenomi non diagnosticati si riduce dal 43% al 10%. Il tumore del colon-retto è il più diffuso in Italia, è il secondo più comune nelle donne e il terzo negli uomini e rappresenta circa il 15% di tutte le diagnosi di tumore nella popolazione generale. In Italia vengono diagnosticati ogni anno quasi 50.000 nuovi casi, con una mortalità di quasi il 50%. A Parma, vengono diagnosticati ogni anno quasi 500 nuovi casi. I sintomi del tumore del colon sono spesso molto sfumati, per cui circa il 25% dei pazienti si presenta alla prima diagnosi con una neoplasia già in fase avanzata.
Il contributo di Fondazione Cariparma ha interessato anche il nuovo Pronto Soccorso, recentemente inaugurato, che dopo l’ampliamento e la ristrutturazione ha raddoppiato la sua superficie, passando da 500 metri quadrati a circa 1.200, e conta su percorsi maggiormente appropriati per ciascun livello di gravità, spazi dedicati all’utenza pediatrica, percorsi per pazienti a rischio chimico e infettivo. Ben 160 mila euro della Fondazione hanno contribuito all’acquisto di nuove apparecchiature, per un valore complessivo di 185.183 euro, utili al monitoraggio a distanza dei principali parametri vitali, ecografi multifunzione e ventilatori per supportare la funzione respiratoria tramite ventilazione meccanica non invasiva.
Ulteriori 20 mila euro, invece, sono stati destinati ad uno specifico progetto di comunicazione, che ha visto un investimento complessivo di circa 27 mila euro: grazie ad una nuova procedura informatica e a 4 monitor collocati nella sala d’attesa generale ed in quella riservata alle persone cui è stato assegnato il codice di priorità verde al triage, gli utenti (pazienti e accompagnatori) sono costantemente informati sullo stato della loro attesa.
“Desidero ringraziare doppiamente la Fondazione Cariparma perchè oggi presentiamo gli investimenti grazie a due finanziamenti significativi in due ambiti altrettanto importanti dell’attività ospedaliera – ha detto Elena Saccenti, direttore generale Ausl di Parma -. Per la gastroenterologia, dove con orgoglio disponiamo ora di un sistema diagnostico tra i più avanzati in Italia e unico in Emilia-Romagna, essenziale per il programma di screening sviluppato in collaborazione costante con il volontariato. E poi per il Pronto soccorso, di cui abbiamo recentemente inaugurato il suo ampliamento, dove grazie al contributo sono state migliorate le dotazioni tecnologiche e l’accoglienza dei pazienti in attesa“.
“Siamo sempre al fianco di progetti che fanno la differenza, che permettono all’attività dei professionisti di crescere ulteriormente, partendo comunque da livelli di cura che non hanno molti uguali non solo in Italia ma anche a livello internazionale – ha detto Paolo Andrei, presidente Fondazione Cariparma -. Il ringraziamento dunque è il mio, per il vostro lavoro che permette alla Fondazione di sostenere la creazione di nuovo valore aggiunto in ambito sanitario, direttamente dunque a favore delle persone“.