Un vasto giro di auto di lusso rubate sul territorio e prontamente piazzate sui mercati dell’Est e persino in Africa. Sgominata con l’inchiesta “Tacka” una banda per la quale adesso il pm Paola Dal Monte – come riporta oggi Gazzetta di Parma – ha chiesto il rinvio a giudizio per una sfilza di reati che vanno dall’appropriazione indebita al riciclaggio, dalla falsità all’associazione per delinquere. L’udienza preliminare è già fissata per il 4 aprile.
Ottantotto in tutto le persone finite nel calderone dell’inchiesta, delle quali venti sono parmigiane. Tra questi Massimo Colosimo, coinvolto nell’operazione Borderland contro ‘ndrangheta del novembre scorso, e Mario Vulcano, finito nel calderone dell’inchiesta Aemilia. Dodici gli indagati finiti in manette nel 2014 a conclusione delle indagini sul vasto giro di auto rubate.
Le auto preferite erano Mercedes, Audi, Porsche, Bmw e Range Rover, quest’ultime molto gettonate sul mercato africano. I furti sono iniziati nel 2012 a Parma e non solo e a scoprire tutto è stata la Polizia stradale. Un vasto giro che aveva fruttato già 2 milioni di euro. Non sempre le auto venivano rubate. In molti casi la banda acquistava cash a un prezzo stracciato le vetture, delle quali poi il proprietario o la persona che le aveva in custodia (tante erano di proprietà di società di leasing) ne denunciava il furto, raggirando così l’assicurazione.
Per l’organizzazione poi non era difficile immatricolare le auto sui mercati esteri con targhe e documenti completamente nuovi, oppure far perdere le tracce della vettura attraverso una serie di passaggi di proprietà assolutamente fittizi.
I residenti in provincia coinvolti nell’inchiesta sono Dante Allodi di Soragna; Mario Facente di Colorno; Giovanni Massari, Antonio Trebino e Nadejda Musteata di Salsomaggiore; Salvatore Schifani di Medesano. Risiedono o sono domiciliati a Parma città, invece, Igor Banu, Gioacchino Bilella, Massimo Colosimo, Guido Grimaldi, Hanen Hachicha, Ion Josan, Perparim Kurcani, Mohamed Lemgaddar, Zans Livsics, Massimo Onza, Salvatore Pucci, Mariano Tascone, Pietro Vaghi e Mario Vulcano.
Gli altri indagati sono: Marco Arnaldi; Silvano Ascari; Salah Din Asli; Roberto Bernardini; Nicola Marampon; Amedeo Bonardi; Marcello Bonfitto; Sergio Giuseppe Broscritto; Paolo Bulgarelli; Aldo Camaioni; Giovanni Camaioni; Luca Caporali; Enrico Guido Caputo; Mahmud Carramo; Mario Carrozza; Manuel Castro Garofano; Luigi Raso Catrambona; Salvatore Cervinaro; Salvatore Ciampà; Manuel Colella; Mario Comincioli; Martino Corigliano; Youssef Dahbaoui; Dimitrijs Dancenko; Alessandro Erbino; Abdessamad Essekkaki; Daniele Francavilla; Corrado Fumagalli; Guido Iozzo; Francesco Iraci; Francesco Iuliano; Rosario Iuliano; Karmelo Ivanov; Maher Jarkas; Sandro Laratta; Hedi Madhoui; Giuseppe Morea; Gennaro Musella; Salvatore Musella; Giorgio Naturani; Giovanni Battista Ografo; Edvin Pridans; Gianfranco Raffa; Redouane Rihi; Maurizio Rullo; Andrea Sannino; Domenico Scarpino; Franco Schifani; Antonio Semioli; Jurijs Semjonovs; Igor Shaginov; Deniss Sohirevs; Igors Sohirevs; Giuseppe Sollazzo; Giuseppe Sotira; Matteo Taglieri; Aldo Tamagni; Davide Tamagni; Giuseppe Trebino; Andrea Varacalli; Mauro Verme; Maxim Volobuev; Gerardo Zagarese; Abu Agila Zaiani; Roberto Zeno.