Il Parco Martini, il parcheggio di via Scarabelli, il parco di via Micheli al San Leonardo. A Parma si moltiplica l’allarme bocconi avvelenati per i cani, ma nessuno riesce ancora a spiegarsi il motivo di tanta cattiveria. Una crudeltà gratuita costata la vita e tante sofferenze al piccolo Otto, un bassotto morto dopo aver mangiato una polpetta piena di veleno per topi al Parco Martini. Un posto molto frequentato anche da bimbi in tenera età che non temono di mettere le mani nell’erba per poi infilarle in bocca. Lo scorso anno episodi analoghi si erano registrati in via Traversetolo, dove è morto un pastore che stava completando l’addestramento di protezione civile.
La macchina dei controlli si è comunque messa subito in moto e adesso con il Comune collaborano anche le Guardie Ecologiche Volontarie di Legambiente, che hanno avviato una vasta campagna di monitoraggio delle aree verdi cittadine per scovare eventuali bocconi sospetti. Un’azione questa che andrà a rafforzare le forze impiegate dal Comune che in questi casi interviene tramite il Settore Ambiente, il Servizio Manutenzioni e la Polizia Municipale con segnali di avviso, invio all’Asl per analisi dei bocconi rinvenuti e bonifica delle aree.
“Quello dell’avvelenamento dei cani è un atto particolarmente odioso e vile da parte di soggetti che se colti sul fatto o individuati a posteriori rischiano sanzioni pecuniarie fino a 1.549,37 euro e pene da sei mesi a tre anni di reclusione – ricorda l’assessore all’Ambiente Gabriele Folli -. Ringrazio le Guardie di Legambiente e i loro volontari che con le loro competenze permetteranno di aumentare la sorveglianza e la bonifica delle aree verdi a tutela dei cani e dei frequentatori dei nostri parchi”.
Sarebbe molto bello vedere in faccia questi vigliacchi almeno una volta, ma non è mai facile riuscire ad individuarli.