Niente ammortizzatori sociali per le Coop agricole, parlamentari Pd chiamano in causa...

Niente ammortizzatori sociali per le Coop agricole, parlamentari Pd chiamano in causa i ministri

904
0
CONDIVIDI

Alcuni parlamentari del Partito democratico, prima firmataria Patrizia Maestri, oltre a Giuseppe Romanini e all’ex ministro Cesare Damiano, hanno presentato un’interrogazione chiedendo l’intervento dei ministeri competenti sul tema della mancanza degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dipendenti delle imprese cooperative di trasformazione industriale di prodotti alimentari. La Flai Cgil in più occasioni – non ultima il caso della Copador di Collecchio – ha espresso preoccupazioni, anche ad alcuni parlamentari che hanno sottoscritto l’interrogazione, in quanto dal 1 gennaio 2017, per effetto dell’entrata in vigore della Legge 92/2012, oltre 10.000 lavoratori italiani, quasi 3.000 solo in Emilia Romagna, non avranno più la mobilità e non avranno nemmeno diritto alla Naspi.

La crisi continua e un pezzo consistente delle imprese non è in grado, senza opportuni ammortizzatori sociali, di mantenersi in piedi e guardare con fiducia allo sviluppo. Oltre a non esserci più l’indennità di mobilità, dal 1 gennaio 2017 si sono anche ristretti i parametri della cassa integrazione straordinaria. Gli operai a tempo indeterminato del settore dell’industria di trasformazione cooperativa, ai quali si applica la previdenza agricola (Legge 240/84), dal 1 gennaio 2017 si troveranno senza cassa integrazione straordinaria (in caso di cessazione dell’attività), senza mobilità e non avranno diritto alla NASPI, perché la legge esclude i lavoratori del settore agricolo.

Per i lavoratori delle imprese industriali cooperative, in caso di ristrutturazioni aziendali o peggio ancora di chiusura delle attività, non essendo più possibile l’utilizzo della Cigs e della mobilità, rimarrà solo il licenziamento. In Emilia Romagna le imprese cooperative di trasformazione industriale di prodotti agricoli spaziano in tutti i settori produttivi, tra cui conserve di pomodoro, vitivinicolo, macellazione, salumifici e lattiero caseario (produzione Parmigiano Reggiano).

Accogliamo quindi con soddisfazione che i parlamentari abbiano posto la questione  – sottolinea la Flai Cgil – pur rimanendo contrari alle scelte fatte dai governi che si sono succeduti sugli ammortizzatori sociali, auspichiamo che anche questi lavoratori, di fatto dipendenti di industrie alimentari, possano accedere alla Naspi come tutti gli altri lavoratori.

Nell’interrogazione inviata ai Ministeri del Lavoro e delle Politiche agricole, dopo aver illustrato le riforme normative che hanno determinato il grave rischio per i lavoratori del comparto agricolo, chiedono “se i Ministri interrogati non intendano farsi promotori, con la massima sollecitudine, di un intervento normativo di riforma della disciplina degli strumenti di integrazione al reddito specificatamente destinati ai lavoratori a tempo indeterminato del comparto agricolo, con particolare riferimento ai lavoratori di imprese cooperative e dei loro consorzi, al fine di far fronte alla cancellazione, dal 1 gennaio 2017, dell’indennità di mobilità, valutando l’opportunità di estendere anche a questi lavoratori l’istituto della NASpI“.

Nessun commetno

Lascia una risposta: