Sono entrati in azione in un ex caseificio di Sorbolo per rubare attrezzature varie in acciaio da rivendere sul mercato nero e pensavano pure di averla fatta franca. Ma non avevano fatto i conti con un testimone e con i Carabinieri, il cui tempestivo intervento ha consentito di fermare i due poco distante da Sorbolo. A bordo del loro Ford Transit il bottino appena portato via dal caseificio e tutto l’armamentario del bravo scassinatore.
In manette, con l’accusa di furto, sono finiti due fratelli di 31 e 26 anni, di origine marocchina, residenti a Parma. Il primo con precedenti alle spalle anche per questioni di droga. Processati per direttissima, l’udienza è stata rinviata al 6 marzo ma il giudice ha disposto, nel frattempo, la custodia cautelare in carcere. Notizia che ha sconvolto il più giovane dei due fratelli, che ha accusato un malore in aula ed è stato necessario l’intervento di una ambulanza prima del trasferimento in cella.
I due – mercoledì 15 febbraio – erano entrati in azione in pieno giorno. Parcheggiato il furgone davanti all’ex caseificio, hanno divelto la recinzione e forzato una porta, quindi si sono introdotti nei locali in cui è in corso un intervento di ristrutturazione e riconversione, ed hanno cominciato a caricare tutto ciò che poteva avere un valore sul Transit. Ma un cittadino ha notato quella strana presenza ed ha subito chiesto l’intervento del 112, segnalando anche il numero di targa del furgone. I militari – dopo aver accertato che il mezzo era intestato a una persona con precedenti – si sono messi alla ricerca e non hanno impiegato molto a rintracciarlo.
A bordo c’erano i due fratelli con gli scarponi infangati, nel vano di carico tutta la refurtiva. Ad incastrare ulteriormente i due marocchini, proprio le orme lasciate sul pavimento con le scarpe infangate.