Ci sono giocatori e giocatori. Ma anche arbitri e arbitri. Quando gli uni e gli altri non sono tra i migliori, si rischiano degenerazioni inutili che poi lasciano strascichi e conseguenze. E’ il caso della partita sospesa al 75′ dall’arbitro Marcello Vietti di Parma al campo di Baganzola, dove si stavano affrontando il fanalino di coda Scanderberg e la Medesanese in piena corsa play off, in vantaggio per una rete a zero. La giacchetta nera ha sospeso la gara valevole per il campionato di Prima categoria, sentendosi minacciato. Ma bisogna fare un passo indietro. A scaldare gli animi è stata innanzitutto la decisione dell’arbitro Vietti di convalidare la rete messa a segno al 55′ da Andrea Guida, bomber della Medesanese. Che c’è di strano? Il cross per Guida era troppo alto, quindi il bomber – modello Mano di Dio di maradoniana memoria – l’ha buttata dentro con una mano. Gol da annullare, dunque, così come concordano i dirigenti di entrambe le squadre. Ma non per l’arbitro, che indica il centro del campo. Vane le proteste dei giocatori, che costano anche un rosso ad Ardito dello Scanderberg.
Si va quindi avanti in un crescendo di proteste fino al 30′, quando l’arbitro Vietti ne fa un’altra delle sue: non sanziona un fallo nettissimo su Gargano dello Scanderberg che secondo i dirigenti era addirittura da cartellino rosso. E’ stato in quel momento che il presidente dello Scanderberg, Agron Xeca, in campo come guardalinee, ha gettato in terra la bandierina dirigendosi verso l’arbitro per protestare. Un atteggiamento interpretato come aggressivo dal direttore di gara, che a quel punto ha sospeso la partita.
In attesa delle decisioni del giudice sportivo, si parlava anche di giocatori e giocatori. A differenza di quanto visto a Baganzola, infatti, spettacolo ben diverso e di assoluta qualità quello visto a Castelvetro, nel Piacentino, dove la locale Pontegreen ha pareggiato per 1 a 1 con il San Rocco, nel campionato di Seconda categoria. Protagonista Eros Bruschi, fantasista del San Rocco, che nel corso del primo tempo è caduto rovinosamente nell’area avversaria. L’arbitro Giorgijev ha subito fischiato il calcio di rigore, ma Bruschi è andato a chiedere di revocare quella decisione perché era caduto senza subire fallo. Un gesto di grande fair play che andrebbe studiato anche nelle scuole calcio. Giocatori e giocatori, appunto.
Ma anche società e società. Perché oggi sul sito del San Rocco al Ponte si legge: “Siamo orgogliosi del nostro attaccante Eros Bruschi, protagonista di un grande gesto di fair play nell’incontro di ieri contro il Pontegreen Castelvetro, durante il quale, chiarendo la dinamica dell’azione all’arbitro, ha fatto togliere un rigore inesistente che avrebbe potuto portarci in vantaggio. Bravo Eros, siamo lieti di avere in squadra un uomo dai sani principi come te! Complimenti!”.