Dopo sette anni condannato per truffa imprenditore edile

Dopo sette anni condannato per truffa imprenditore edile

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A La giustizia si sa è lenta ma dopo 7 anni ha fatto il suo corso con la condanna per un imprenditore edile che, falsificando i documenti di una garanzia fideiussoria, si è intascato 50mila euro di caparra versata per l’acquisto di un appartamento per 2 coniugi parmigiani.

Nel 2010 il titolare dell’impresa edile offre un alloggio per un buon prezzo, 153mila euro. I coniugi, interessati, stipulano gli atti preliminari alla compravendita davanti a un notaio e versano una caparra di 50mila euro con assegni. I lavori proseguono, ma l’appartamento non viene mai consegnato. Dopo mesi e mesi di attesa, i proprietari sollecitano la firma del rogito. Il giorno dell’appuntamento davanti al notaio l’uomo non si presenta.

I coniugi scoprono che su un altro alloggio dello stesso immobile pende un atto di pignoramento.

Si rivolgono quindi alla banca per escutere la polizza fideiussoria e recuperare almeno i 50mila euro. Amara sorpresa: l’istituto di credito è certo di non aver emesso quella garanzia. I coniugi vedono sfumare i propri risparmi e presentano querela per truffa.

Oggi la sentenza del giudice Livio Cancelliere: l’uomo, un napoletano 57enne, è stato condannato a un anno e 8 mesi di reclusione per truffa. Si tratta di Luigi Martusciello, presidente dell’associazione “Pane e vita” di Parma che offre aiuto a senzatetto e famiglie in difficoltà. La pena non è stata sospesa a causa dei precedenti penali dell’imputato.

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