Rezart Taci svela i retroscena che due anni fa lo portarono a rilevare il Parma Fc ormai a un passo dal fallimento, ma anche perché lo ha subito mollato dopo appena due settimane di gestione. Lo fa dai teleschermi di Lodi Fanfulla Tv.
“L’idea di acquistare il Parma fu di un legale italiano – ha spiegato l’imprenditore albanese sbarcato nella città ducale a dicembre 2014 -. Ho preso la documentazione, ho valutato e ho detto sì all’operazione ma solo a certe condizioni. La condizione era che la società non dovesse avere più di 70 milioni di debiti, invece dopo due settimane di gestione abbiamo scoperto che i debiti erano 214 milioni, più 50 milioni che si aggiungevano nei prossimi 3-4 mesi di attività. Perciò la società era l’ultima in classifica con 265 milioni di debiti, con altri problemi legali e con un centinaio di calciatori nel libro paga“.
Taci svela anche i retroscena che hanno portato alla presidenza di Emir Kodra e nega la storia dsella valigetta con 10 milioni di euro.
“Abbiamo deciso di cedere la società a Manente perché abbiamo capito che non c’erano i presupposti per continuare – ha poi detto Taci -. L’unico modo era denunciare la vecchia proprietà e portare i libri nelle istituzioni competenti. Abbiamo deciso di non fare male alla vecchia proprietà ed abbiamo scelto la strada più semplice, cioè quella di cedere di nuovo la società“.
All’ex presidente Tommaso Ghirardi, che aveva additato la nuova proprietà come responsabile del crac, Rezart Taci replica in modo quasi banale: “Non saprei come in sole due settimane di gestione si possono accumulare 260 milioni di debiti e 100 giocatori a libro paga“.
“Verità” quelle dell’imprenditore albanese che di fatto contrastano anche con le recenti rivelazioni dell’ex dg Pietro Leonardi, che ha negato ogni responsabilità nel fallimento del Parma Fc.