Se ne parla tanto, si scrivono maree di articoli, si consultano esperti, circolano post sui social. Femminicidi.
Tragedie che da un po’ di tempo mi fanno pensare. Io non sono uno psicologo, non sono una giornalista ma una semplice donna single che non vorrebbe mai trovarsi in situazioni sentimentali rischiose. Penso e mentre lo faccio osservo donne per la strada lanciarsi in temerari litigi, automobilistici e no, senza timore di eccessi di rabbia e di collera dell’altro. La mia memoria rievoca tutte le volte che ho assistito a litigi familiari e cerco di immaginare, con paura, cosa possa succedere se in situazioni, in cui la rabbia prende il sopravvento, si travalicano certi limiti.
Che l’ira e la perdita di controllo siano degli stati d’animo dell’essere umano si è sempre saputo ma non so se si sappia o se viene dimenticato che in alcune situazioni di stress psicologico e di esasperate provocazioni una persona, anche quella più insospettabile, possa perdere il controllo. Usiamo il tanto “se mi fa qualcosa lo denuncio” come se la semplice minaccia fosse sempre un sicuro deterrente a comportamenti violenti. Non è così.
Viviamo nell’epoca della superficialità, dove tutto ci riguarda ma niente ci appartiene. Tutto può succedere ma….. ad altri. Noi donne dovremmo ricordarci, di tanto in tanto, d’aver paura. Quella paura che ci spinge a riflettere sulle conseguenze di una nostra scelta sentimentale sbagliata o di un nostro comportamento. Prenderci del tempo prima d’iniziare una relazione amorosa, riflettere prima d’invitare qualcuno in casa nostra o prima d’entrare noi stesse in casa di qualcuno. Viviamo ancora in una società dove la donna sembra avere realizzazione solo se in coppia e a volte la paura della solitudine, l’ingenuità, la speranza di un futuro sentimentale migliore spingono a fidarsi anche di chi non ci si dovrebbe fidare.
Non da ultimo il diritto alla privacy. Ci sono uomini denunciati per violenza domestica e per minacce di morte dall’ex compagna. Uomini dall’apparenza sociale impeccabile.
Pochi sanno, pochi sapranno e chi sa tace perché non sono affar suoi. Uomini che continuano la loro vita e che intrecciano nuove relazioni sentimentali. Una donna non ha modo, in nome della privacy, d’accertarsi che la persona che si appresta a frequentare abbia carichi pendenti. Le autorità non possono divulgare notizie e fare accertamenti per conto di una semplice cittadina in preda a dubbi amorosi. Quando la nuova fiamma (e potenziale vittima) viene messa a conoscenza delle denunce, quasi sempre l’uomo si giustifica dicendo che l’ex si era inventata tutto per questioni economiche, per ripicca o semplicemente perché lei era quella sbagliata. E se il caso o la violenza non sono cosi eclatanti da finire sulle cronache, tutto rimane celato in nome della privacy. Ma qualcosa si poteva già intuire.
E’ qui che io mi fermo a riflettere. La nostra indifferenza ci rende colpevoli. La nostra amica che litiga con l’ex compagno geloso, la nostra collega che non perde occasione di provocare l’ex compagno, la parente che inizia a frequentare un uomo per noi “sospetto”, la nostra vicina di casa che intrattiene relazioni pericolose, sono solo occasioni di pettegolezzo e d’indifferenza.
La verità è che chi non è coinvolto emotivamente riesce a sospettare sempre prima. E allora io dico immischiamoci. Immischiamoci tutte le volte che vediamo una nostra amica, collega, parente, vicina di casa frequentare una persona ai nostri occhi “sospetta”, immischiamoci ogni volta che un nostro amico o collega fa apprezzamenti pesanti su una donna, immischiamoci tutte le volte che una donna è sicura che non possa succederle niente ma in fondo al nostro cuore sappiamo che non è cosi… immischiamoci… avvisandola… al limite ci risponderanno che non sono affari nostri ma nel frattempo proprio la nostra pulce nell’orecchio potrebbe evitare altre violenze. Immischiarsi prima richiede coraggio, quel coraggio che a volte ci manca.
Una Donna di Parma