Alle Zebre Rugby il lavoro è ripreso. Dopo la buona prestazione con i Wasps e la settimana di riposo, la squadra si è ritrovata alla Cittadella di Moletolo per preparare la sfida di venerdì 10 febbraio alla capolista Ospreys. Con una guida tecnica “nuova” affidata a Victor Jimenez e con 15 nazionali fuori per l’avvio dell’RBS Sei Nazioni, sono tanti gli interrogativi che circondano l’ambiente bianconero. Di sicuro con Jimenez – catapultato al comando dopo essere stato coach degli avanti – è tornato il sereno nei rapporti interni allo spogliatoio, dopo le fibrillazioni delle scorse settimane che hanno portato Gianluca Guidi a rescindere il contratto.
Buona anche la notizia del rinnovo contrattuale fino al 2019 anche per il giovane mediano di mischia nocetano Marcello Violi. Rimangono però grosse incertezze sul piano societario, dove si sta facendo il possibile per reperire nuove risorse: serve un milione di euro per completare la stagione. Ma questa, per il momento, è un’altra storia.
Tornando sul campo, oggi si guarda all’head coach Victor Jimenez come al comandante che deve condurre in porto la nave.
Coach Jimenez, per la seconda volta prende in mano le Zebre in seguito a una situazione di emergenza. Come e con quale spirito si affronta questo impegno?
“E’ un privilegio stare su una panchina del Pro12, quindi è un impegno che si affronta con il massimo entusiasmo, con la consapevolezza di cercare di fare un buon lavoro sia per il club che per il movimento, e sicuramente stando molto compatti come club, staff e giocatori“.
Dopo le fibrillazione che hanno portato all’addio di Gianluca Guidi, che comunque bene aveva fatto, che spogliatoio ha trovato?
“Lo spogliatoio va bene, non c’è nulla di particolare. Naturalmente tutte le situazioni che sono accadute portano un po’ di usura e queste sono scaturite nella decisione di Gianluca“.
Coach Guidi non era soddisfattissimo del gruppo o almeno di alcuni, quali prospettive secondo lei con questa squadra?
“Non è che non gli piacesse la squadra, sicuramente i risultati non l’hanno accompagnato, tutte le cose accadute hanno portato a questa usura di cui accennavo prima. Per quanto riguarda le mie aspettative sono di ritrovare quello che ha caratterizzato le Zebre in passato: una squadra compatta, che combatte, che lotta, che esprime un rugby competitivo“.
Nel frattempo sono arrivate la buona prestazione con i Wasps in Champions e la formazione scelta da Conor O’Shea per l’Italia che affronterà il Galles, in cui 7 su 15 sono Zebre e c’è una terza linea completamente zebrata. Sono segnali che comunque a Parma si è fatto un buon lavoro.
“Sono tutti ottimi giocatori, sono contento che la Nazionale prenda in considerazione tanti atleti delle Zebre. Uno stimolo in più per fare bene, per fare meglio. Per quanto riguarda Wasps, era un bivio, la squadra doveva far vedere che è competitiva, che sono buoni giocatori e che si può fare bene“.
Lei oggi si sente di assumere l’impegno di arrivare sopra il Benetton?
“Assolutamente sì, prima di chiunque. La Benetton non deve essere il nostro traguardo, magari arrivare sopra di loro. Ma anche se loro arrivano sopra, a noi come movimento ci dovrebbe bastare arrivare sopra alle altre, qualche squadra gallese che abbiamo vicino o qualche club scozzese. Dobbiamo essere ambiziosi come movimento, non tanto come club individuale. Poi la competitività con Treviso c’è, ci deve essere perché quello è il bello dei derby, però come movimento dobbiamo ambire a molti di più della gara interna“.
Con il 6 Nazioni iniziano i problemi di formazione soprattutto per le franchigie italiane che sono più penalizzate rispetto alle altre. C’è la possibilità che alle Zebre arrivino in questa fase altri talenti dall’Eccellenza?
“Siamo abbastanza completi, bisogna vedere se la Nazionale riesce a liberare qualche giocatore e per qusto aspettiamo la prima partita con il Galles. Poi in Eccellenza e anche qui all’Accademia ci sono molti giovani che potrebbero tranquillamente stare qui“.
Bordoli o Azzolini per la gara con gli Ospreys?
“Non sappiamo, tutte due hanno esperienza nel Pro12. Sicuramente andremo ad analizzare la settimana che faranno, ma tutti e due avranno occasione di giocare e di mostrare il loro valore“.
Ospreys non è certo un cliente facile, come si affrontano in questo momento queste gare, senza i nazionali?
“Nessuna squadra del Pro12 è un cliente facile. Si affronta con l’aspettativa con cui abbiamo affrontato Wasps, quello è il nostro punto di partenza. Bisogna sistemare le cose che vanno sistemate, ma quella è l’attitudine con cui affrontare la partita“.
Nella prima parte di stagione sono emersi dei limiti che poi hanno determinato anche alcuni risultati negativi: la difesa spesso colta di sorpresa, pochi palloni serviti alle ali, palloni persi in seguito a calci mal seguiti… pensa di cambiare qualcosa?
“Basicamente non abbiamo cambiato tanto. Penso che il nostro primo problema non era l’aspetto organizzativo, tecnico, noi abbiamo avuto qualche problematica riguardante l’aspetto mentale, attitudinale. Vanno risolti aspetti organizzativi e tecnici, ma la questione su cui ci siamo focalizzati è più mentale ed attitudinale“.
Lei per la seconda volta è salito in corsa, le piacerebbe iniziare la prossima stagione delle Zebre dalla fase di preparazione?
“Le ambizioni, le aspettative penso che tutti gli allenatori ce l’abbiano. Ci sono tanti buoni allenatori. Penso che la società starà pensando una solzuione. Io sono stato bene prima, sto bene adesso. Sono stato bene anche come assistente. La mia ambizione personale è crescere, ma non è detto che si cresca solo come coach, anche come assistente ci sono margini per migliorare“.
Ettore Iacono