Si chiude con sette patteggiamenti il procedimento penale scaturito dall’operazione Cerbero condotta dai Carabinieri che hanno fatto luce, nel marzo 2016, sulle violenze subite dagli anziani ospiti di Villa Matilde a Neviano degli Arduini.
I sette operatori arrestati all’epoca hanno patteggiato con il pm Lucia Russo pene comprese tra i 20 e i 24 mesi di reclusione. Il gup Alessandro Conti ha ratificato le condanne, concedendo a tutti il beneficio della sospensione condizionale.
Tutti gli imputati dovevano essere rispondere di episodi di maltrattamenti, sia fisici che psicologici, ai danni di anziani, tra cui diversi affetti da Alzheimer.
Nei mesi scorsi, tre degli operatori condannati oggi avevano chiesto il patteggiamento con pene inferiori ai 2 anni di reclusione, ma il gip Maria Cristina Sarli li aveva rigettati perché ritenute non adeguate alla gravità dei reati.
A far scattare l’indagine, la denuncia di una tirocinante, scandalizzata dalle scene a cui aveva assistito in quel piano della struttura riservato agli anziani con disturbi cognitivi.
Nel corso dell’udienza, il giudice Conti ha accolto la costituzione di parte civile dello Spi Cgil di Parma, il sindacato dei pensionati. “Prendiamo atto della sentenza e sottolineiamo, come sindacato dei pensionati della Cgil, che episodi di questo tipo creano grande allarme sociale e propongono l’esigenza di una chiara regolamentazione di queste strutture e delle modalità di controllo – fanno sapere dallo Spi Cgil di Parma e dell’Emilia Romagna -. In questo senso ci muoviamo a Parma, ma anche verso la Regione che deve affrontare il tema con urgenza e non può chiamarsi fuori. A Parma come in Emilia-Romagna, le strutture private sono in aumento. L’ammissione della costituzione di parte civile dello Spi ha un grandissimo valore che va oltre il caso specifico. Da una parte si riafferma il valore e il senso della rappresentanza di interessi collettivi e dall’altra si sancisce che casi come questo non rappresentano solo lesioni di diritti e di condizioni individuali, ma rappresentano una lesione del diritto collettivo alla dignità personale, che va ben oltre il singolo“.
Lo Spi Cgil si riserva adesso di leggere le motivazioni della sentenza di ratifica dei sette patteggiamenti, in base alla quale poi si riserva di ricorrere al giudice civile per chiedere il risarcimento economico. Soldi, precisano dallo Spi Cgil, “che poi impiegheremo in interventi sociali“.
LEGA NORD ALL’ATTACCO DELLA REGIONE: DOVE SONO LE TELECAMERE CHIESTE UN ANNO FA
“È sicuramente positivo che si stia concludendo una delle più importanti vicende giudiziarie che riguarda vergognosi maltrattamenti sugli anziani. Purtroppo, invece, la Regione Emilia-Romagna non ha ancora dato segnali di muoversi per migliorare la prevenzione di queste brutte violenze nelle strutture per gli anziani”. Lo ha detto il vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, riguardo gli esiti del processo agli operatori di Villa Matilde.
“Un anno fa, pochi giorni dopo la notizia delle violenze nella struttura di Bazzano, abbiamo presentato come Gruppo Lega Nord una risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad aggiornare le normative regionali riguardanti l’organizzazione, l’autorizzazione ed il funzionamento per le strutture dedicate all’assistenza per gli anziani che risalgono al 2000 (Delibera di Giunta regionale 254/2000) ed al 2003 (Legge regionale 2/2003). Esse, infatti, dovrebbero prevedere maggiore prevenzione contro i maltrattamenti attraverso controlli più accurati, migliore formazione degli operatori e la costante verifica che gli stessi abbiano un adeguato livello di equilibrio psicofisico – ha quindi proseguito il Consigliere regionale del Carroccio – Inoltre, avevamo chiesto sostegno all’iniziativa che vuole portare l’installazione obbligatoria di telecamere in tutte le strutture di assistenza alle categorie deboli che sta comunque venendo avanti a livello nazionale anche con il contributo della Lega Nord. L’amministrazione regionale guidata da Bonaccini, da allora, non ha fatto alcun passo verso tali richieste. Sarebbe bello sapere il perché. Per capire che comunque non ci vuole molto ad avviare un percorso per la prevenzione di queste bruttissime situazioni, basta vedere quello che si è fatto lo scorso novembre con la nuova legge regionale sugli asili nido – ha concluso Rainieri – In questa recente normativa, grazie ad emendamenti promossi dal sottoscritto come primo firmatario e che hanno trovato il sostegno di altri Consiglieri della Lega Nord e del PD, sono state inserite diverse disposizioni finalizzate a migliorare la prevenzione, la valutazione e la gestione dello stress da lavoro correlato che, in particolare provocando la sindrome del burn out, è la principale causa del disagio spesso provato da operatori nei confronti di soggetti deboli e che a volte, appunto, si ritorce contro i loro assistiti”.