Sull’omicidio-suicidio di via Gibertini le indagini sono ormai quasi alla conclusione. Paolo Cocconi, 50 anni, ha ucciso la sua ex compagna Arianna Rivara, 43, perché non voleva accettare la fine della loro storia. Fatale l’ultimo incontro, quello del chiarimento, la sera del 26 gennaio, nell’appartamento dell’uomo nel quale Arianna non metteva piede da qualche tempo, proprio in seguito alla sua decisione di troncare quel rapporto (la storia).
Mancano però ancora alcune risposte prima di scrivere la parola fine in calce all’ennesimo femminicidio avvenuto a Parma, e queste dovranno arrivare dall’autopsia che sarà effettuata nei prossimi giorni. Il pm Paola Dal Monte, titolare dell’indagine portata avanti dai Carabinieri, ha affidato oggi l’incarico a un medico legale di Reggio Emilia. L’esame autoptico dovrà chiarire, in particolare, se Arianna Rivara è stata uccisa, come sembrerebbe dai segni trovati sul collo, per strangolamento oppure in altro modo. Inoltre si attende la conferma che a provocare la morte di Paolo Cocconi sia stato un cocktail di barbiturici che l’uomo avrebbe avuto in casa perché ultimamente in cura per una depressione.
Il ritrovamento del prezioso anello con diamante e delle lettere scritte dal 50enne, non lasciano invece dubbi su ciò che ha scatenato la follia omicida. Dopo l’autopsia la Procura dovrebbe dare il nulla osta alle famiglie per la celebrazione dei funerali.
Un episodio che ha toccato da vicino tutta Parma, oltre che Sissa, dove vive la famiglia di Arianna. Anche il mondo del rugby è stato colpito da questa tragedia. Arianna Rivara, infatti, era sorella di Barbara, che nel 2014 a Fontevivo ha sposato il tallonatore aquilano Carlo Festuccia, tornato a Coventry con i Wasps, dopo la parentesi di questa prima parte di stagione alle Zebre Rugby.
