Firmato oggi presso la Reggia di Colorno l’accordo di programma che impegna Associazioni e Amministrazioni pubbliche in un percorso mirato ad ottenere il riconoscimento di Riserva “Uomo e Biosfera” (Man and the Biosphere) per il fiume Po. Una proposta che riguarda un’area di 2 regioni (Emilia-Romagna e Lombardia), 5 province (Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Mantova e Cremona), 54 comuni, 250 Km di asta fluviale, 39 siti Natura2000, 38 habitat di interesse comunitario, 10 affluenti.
Un’area ricca di natura, storia e tradizioni enogastronomiche, ma non sempre riconosciuta per il suo valore, ed in parte soggetta a spopolamento. Tra i promotori dell’iniziativa, assieme ai Comuni, Legambiente, l’Università di Parma e l’Autorità di Bacino. Presenti alla firma di Colorno anche Philippe Pypaert dell’Ufficio UNESCO di Venezia e rappresentanti di altre aree MaB già riconosciute come Monviso, CollinaPo e Valle del Ticino.
Il programma MaB (Man and the Biosphere) è stato avviato dall’UNESCO negli anni ’70 allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity-building.
Il riconoscimento a Riserva MaB costituirebbe dunque un contributo simbolicamente molto importante per la conservazione dei paesaggi, degli ecosistemi, delle specie e delle variazioni genetiche del territorio; favorirebbe inoltre un progetto di futuro economico e umano sostenibile sul piano socio-culturale ed ecologico. Sarebbe inoltre uno strumento per progetti di educazione ambientale e formazione, ricerca e monitoraggio in tema di conservazione e sviluppo sostenibile, a livello locale e regionale. E ovviamente una grande occasione di visibilità turistica internazionale.
“Riteniamo – sottolineano i promotori – che l’iniziativa costituisca una grande opportunità di istituire un coordinamento permanente tra aree amministrativamente distinte, ma accomunate dalle medesime caratteristiche ed esigenze. Un coordinamento utile per avviare progettualità e politiche ambientali sovra-comunali, infrastrutture turistiche, reperimento di risorse, attuazione di politiche turistico-culturali. E’ inoltre un primo tentativo per provare a gestire in modo unitario le molte aree protette lungo il corso del fiume, oggi trattate diversamente sulle due sponde del fiume”.
Lungo l’asta del Po sono già presenti importanti aree classificate MaB UNESCO: Il Delta (riconoscimento 2015), le CollinaPo torinese (riconoscimento nel 2016), e l’area del Monviso comprendente la prima Valle del Po (riconoscimento nel 2013). L’ipotesi dunque di un’area mediana del fiume avrebbe il senso di ricucire tale percorso, creando per il futuro la possibilità di uno sguardo d’insieme sul fiume.