Nel tradizionale discorso del sindaco di Parma in occasione della consegna del Premio Sant’Ilario, Federico Pizzarotti ha salutato i prescelti dell’edizione 2017 come “simboli di una Parma che ogni mattina alza la saracinesca e inizia la giornata col sorriso; i rappresentanti di chi ogni giorno fa il proprio mestiere con orgoglio, tenacia e umiltà, nei borghi del centro storico, nella periferia in continuo mutamento, contribuendo con la vostra passione a fare di Parma una piccola capitale d’Europa. Lo fate raccontando una Parma viva, attiva e operosa, pronta a ‘farsi su’ le maniche e a lavorare con entusiasmo”.
Ma nel suo discorso Pizzarotti non ha tralasciato le difficoltà del recente passato e neppure quelle che si presenteranno nel prossimo futuro e non ha risparmiato qualche frecciata ai 5 Stelle. “Oggi è l’ultimo giorno di Sant’Ilario di un ciclo politico lungo, difficile ma entusiasmante – ha detto il sindaco -. Lo dico con particolare emozione, consapevole che per ogni cosa che finisce c’è sempre un nuovo inizio. Tutti noi: parmigiani, istituzioni e imprese abbiamo raccolto questa sfida in un periodo storico davvero complesso. È stato definito il tempo della ‘Confusione globale’. Utilizzando la satira, sempre pungente e sempre attuale, si dice che: ‘C’è così tanta crisi che Babbo Natale invece delle letterine riceve curriculum’. Entrambe le espressioni raccontano di un mondo che non è più quello che conoscevamo. E noi di Parma, tutti insieme, abbiamo dovuto affrontare le turbolenze e gli scossoni che da questo mondo ci sono arrivati: la crisi economica, il fenomeno dell’immigrazione, l’avanzare di ideologie estremiste, il distacco sempre più marcato tra politica e società”.
A proposito di immigrazione, ha poi citato il sindaco di Barcelona, Ada Colau, incontrata in Vaticano al summit voluto da Papa Francesco, secondo cui “i muri non dividono solo gli uomini dagli uomini, ma anche le idee dalle idee, i sogni dai sogni, e rendono più difficili le soluzioni cui deve ambire l’Europa”. E in merito alla situazione economica ha poi aggiunto: “Noi abbiamo bisogno di credere che la crisi non rappresenti soltanto una definitiva chiusura col passato, o un punto di non ritorno in cui arrendersi alle divisioni, alle paure e agli individualismi. Al contrario, abbiamo bisogno di credere che è il momento in cui iniziare a camminare in avanti, ma con maggiore responsabilità, lungimiranza e soprattutto con uno spirito di unità. John Kennedy una volta disse: ‘Scritta in cinese, la parola crisi è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità‘”. E Parma, nei suoi 2200 anni di storia, ha in sostanzaq aggiunto Pizzarotti, ne ha viste davvero tante, troppe per lasciarsi scoraggiare.
Parlando di politica, il sindaco fa quasi un ‘mea culpa’ per il passato: “Provenivo da una esperienza che tende a dividere tutti tra buoni e cattivi, tra giusto e sbagliato. Invece la politica, come ogni attività dell’uomo, è semplicemente il mondo del realizzabile. La politica ci cambia, ci forgia, ci corregge, ci può migliorare. Il mio primo ringraziamento va agli assessori che compongono la giunta. Avete sottratto tempo prezioso al vostro privato per destinarlo alla collettività: in un momento storico in cui sono più le domande che le risposte, più i problemi che le soluzioni, non è per nulla scontato il fardello di responsabilità che avete accettato di sostenere. Ringrazio di cuore la maggioranza. Siete parmigiani e avete scelto Parma. Siete cittadini e avete scelto la vostra città: la politica non è solo schieramento e contrapposizione, non è nemmeno un mestiere, ma un servizio. Voi avete saputo interpretare appieno quel servizio. Siete la dimostrazione che la politica non è regno esclusivo dei politici, ma uno spazio in cui possono inserirsi cittadini comuni, desiderosi di contribuire a migliorare la città in cui si è nati e cresciuti. Ringrazio tutti i dipendenti del Comune di Parma e delle sue partecipate. Dal primo all’ultimo, per la dedizione nel lavoro, l’impegno, la costanza e la professionalità. Se Parma è una città che in tutti questi anni ha macinato risultati importanti, se ha saputo risolvere molti dei problemi societari e organizzativi, lo si deve anche alla qualità dei suoi dipendenti. Ringrazio, infine – ha aggiunto Pizzarotti – anche i rappresentanti della minoranza in Consiglio Comunale. In questi cinque anni ci siamo affrontati a viso aperto e senza peli sulla lingua. Abbiamo litigato e discusso; abbiamo interpretato la città con visioni differenti. Ma abbiamo fatto tutto pensando a Parma e ai parmigiani”.
Gli anni alla guida del Comune di Parma, Pizzarotti li riassume in quattro termini: sacrificio, impegno, entusiasmo e consapevolezza.
“Quel sacrificio e quell’impegno che sono stati richiesti a Parma, e l’entusiasmo e la consapevolezza di sapere che ogni cosa fatta ha cancellato problemi che minacciavano la città – precisato il sindaco -. Oggi in Italia ci sono ancora 180 Comuni che rischiano o hanno rischiato il fallimento, mentre al di qua della Parma si è pensato subito a come agire: prevenire il collasso della catena dei fornitori del Comune; liquidare società partecipate prive di effettiva utilità, prevenire dissesti nelle partecipate stesse, sgravare il Comune da rischi incombenti. Sono state affrontate qualcosa come sei procedure di concordato fallimentare, cinque sudati bilanci preventivi, numerosi tavoli operativi. Un solo e unico obiettivo: lasciare il Comune migliore di come lo abbiamo trovato”.
La sfida per il futuro, invece, secondo il sindaco di Parma è competere con le altre città del pianeta, sottolineando che “non è più il momento di pensare in piccolo”, quindi “con l’attrattività e la promozione internazionale facciamo di Parma un nuovo modello di città”. Ed in proposito Pizzarotti ricorda i viaggi in Germania, Francia, Austria, Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti ed Emirati Arabi. “Ma proprio grazie a quei viaggi abbiamo stabilito nuovi rapporti, promosso la città e i suoi prodotti, promosso il teatro ed eventi come Gola Gola Festival, consolidato vecchi gemellaggi e stretto nuovi patti di amicizia – ricorda il sindaco -. Durante il periodo Expo, insieme a Parma Alimentare, abbiamo ospitato oltre 20 delegazioni provenienti da tutto il mondo. Meno di un mese fa abbiamo spento la prima candelina come Città Creativa della Gastronomia Unesco, un traguardo meritato ma per nulla scontato, ottenuto con impegno prima di altre rinomate e competitive città”.
Pizzarotti ha ringraziato quindi imprese e Università per il percorso che ha portato “a fare di Parma la prima città in Emilia per turismo” e “la seconda città più attrattiva d’Italia, secondo l’Istat”. Ma Parma, secondo il sindaco, dovrà comunque rimanere a misura d’uomo.
“Il 2200esimo anno della nostra storia – sottolinea Pizzarotti – non rappresenta soltanto un traguardo epocale, ma l’anno del completamento di un pacchetto coraggioso di riforme che garantiranno stabilità, solidità e importanti passi in avanti in tutti i settori strategici della città. Penso prima di tutto al nuovo Psc tuttora in discussione, ovvero il Piano Strutturale del Comune, che rivoluzionerà Parma nei prossimi 10 anni. Con questo strumento riporteremo quattro milioni di metri quadrati a essere suolo agricolo dopo un decennio di cementificazione selvaggia, e rilanceremo le funzioni e l’utilizzo di aree in degrado e già urbanizzate, come l’ex Bormioli, l’ex Star, l’ex Cral Bormioli, l’ex Manzini-Pasubio, o l’ex Ostello della Cittadella. Nella cultura e nella storicità ridaremo vita e sostanza agli edifici monumentali e ai luoghi della tradizione. Da tempo abbiamo investito risorse per il restauro dell’Ospedale Vecchio e della maestosa crociera, del complesso di San Paolo e dei Chiostri del Correggio, per la riqualificazione del Parco Ducale e della Cittadella, e per la riapertura del ponte Romano. Torneranno alla vita e ai parmigiani. Nell’edilizia e nei servizi scolastici, Parma è tra le prime città d’Italia. Ne siamo orgogliosi, perché con questo sforzo sono state migliorate la sicurezza e la qualità di un servizio destinato ai nostri figli. Lo dico con soddisfazione: è grazie al lavoro degli ultimi anni, se oggi a Parma le scuole comunali non hanno più amianto sui tetti, mentre proprio nel 2016 è stata inaugurata la nuova scuola Racagni, un gioiello d’innovazione citata come modello a livello nazionale. Nella mobilità urbana è già in progetto un piano che rappresenta una autentica rivoluzione: più efficiente, sostenibile e che punti ad una mobilità dolce. Nella Cultura abbiamo reso i musei civici gratuiti e aperti a tutti, perché la cultura non genera solo indotto economico, ma rappresenta spazio e libertà. Inaugureremo la nuova Biblioteca di Alice, mentre quella Civica è stata ampliata e finalmente rinnovata. Il Teatro Regio , definitivamente risanato e con una strategia chiara, durante il Festival Verdi ha raddoppiato incassi e spettatori. Infine, le periferie potranno godere di parchi riqualificati, e alcune frazioni saranno dotate di nuove piazze e nuovi luoghi di socialità”.
Per il futuro, invece, le sfide “si chiamano sicurezza e crisi del sistema sociale”. Il sindaco cita tra l’altro il suo San Leonardo, dove è nato e cresciuto, al quale vorrebbe dare risposte. “Ma non posso non fare i conti con la realtà – ha detto Pizzarotti -. Oggi nessun sindaco ha gli strumenti adeguati per risolvere tutti i problemi sostanziali di questo mondo. Chi vi racconta il contrario è semplicemente un demagogo. E là dove c’è la demagogia spesso non ci sono soluzioni ai problemi ma soltanto vuote parole. Noi garantiamo il massimo possibile: abbiamo costituito di una nuova Squadra di polizia municipale, aumentato il parco auto e la videosorveglianza, definito nuove assunzioni annuali, accordato più controlli e più sinergia con le forze dell’ordine. Ma deve arrivare un tempo in cui lo Stato si fermi un attimo, si guardi attorno, e percepisca che c’è bisogno di lui più di quanto possa pensare. Non credo sia concepibile il fatto che ogni volta che si arresta chi spaccia o delinque, dopo qualche ora spesso è già fuori di prigione, a causa di leggi inefficaci. Non credo sia concepibile il fatto che quotidianamente mi venga richiesto un aiuto per trovare lavoro, un sostegno per trovare casa. L’Italia e le nostre città sono anche questo, e prima o poi la questione sociale deve tornare ad essere affrontata in modo serio, costruttivo e condiviso”. Insomma, Parma cresce e costruisce, “ma non possiamo dirci che va tutto bene solo perché la nostra qualità di vita è mediamente alta. Le nuove povertà colpiscono alcune fasce della popolazione, specialmente quelle che non hanno un paracadute famigliare. Non possiamo cedere alla politica dell’ottimismo nascondendo la polvere sotto al tappeto”.
Pizzarotti denuncia le difficoltà dettate dalle divisioni politiche che “portano lontano dagli interessi e i bisogni delle città; ci si concentra di più a valutare quanto di negativo c’è nell’avversario, mentre vengono persi di vista gli obiettivi utili per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Spesso ci si combatte per un piccolo e insignificante successo personale, una buca o un sacchetto perso, magre conquiste che non portano vantaggi a nessuno”. Chiede esempi positivi e cita in proposito Enrico Berlinguer e Sandro Pertini. “Ispirarsi a chi ci ha tramandato l’antifascismo, la questione morale, il senso del dovere, il rispetto per le istituzioni, insegnandoci le parole “fatica” e “risultato”, non può certo bastare – ha però detto Pizzarotti -. Si ha bisogno di un obiettivo concreto e perseguibile. Di un sogno che possiamo raccontare, che parla di una città in grado di misurarsi con la realtà, e con le carte in regola per vincere le sfide del nostro tempo”.
Lavoro svolto in città, tanto che “possiamo parlare di una Parma che in cinque anni è tornata padrona del proprio destino in un’Italia che ancora stenta. Una Parma certamente più solida e concreta rispetto a molte altre città, impaziente di affrontare nuove prove”.
“Nel 2017 si concluderà il nostro viaggio, quantomeno la parte iniziata nel 2012 – ha detto in conclusione Pizzarotti, lasciando così aperto lo spiraglio per una sua ricandidatura -. Ma non terminerà il sogno di Parma, che è più delle sue istituzioni, più della sua immagine nel mondo, più dei suoi palazzi e delle sue strade. Qualsiasi cosa il futuro vorrà per lei, continuerà a essere una città in cammino: perché il progresso ci chiede di non fermarci mai; perché non basta sentirsi dalla parte giusta: per cambiare le cose bisogna immergere entrambe le mani nel fango; perché il cambiamento è una costante della vita, e Parma vuole governarlo e non subirlo. Una città in cammino, infine, perché continui a inseguire un solo e condiviso obiettivo: essere all’altezza dei sogni e delle aspirazioni dei parmigiani, e saperli realizzare”.