Confapi Industria Emilia Romagna denuncia la violazione del principio di libera concorrenza nel settore della produzione trasformazione del pomodoro. E annuncia un possibile ricorso addirittura al commissario europeo per la concorrenza, oltre che all’Autorità Garante della concorrenza e del mercato. Il nodo è sempre quello relativo al mancato pagamento ai produttori di parte del pomodoro conferito nel corso della campagna 2016. Mancati pagamenti che in qualche caso rischiano di mettere in ginocchio le aziende agricole.
“In merito alla grave situazione che si è creata nel comparto pomodoro da Industria a causa di mancati pagamenti e ingiustificati ritardi che stanno fortemente penalizzando in primo luogo centinaia di produttori agricoli che, senza per altro alcun preavviso da parte delle Associazioni Produttori coinvolte, si sono visti decurtare di quasi un 20% il saldo a loro dovuto e di riflesso anche quelle industrie sia cooperative che private che invece hanno puntualmente e totalmente pagato il pomodoro ritirato, Confapi Industria Emilia Romagna ha preso una posizione forte e decisa a tutela delle realtà industriali e agricole virtuose, per portare elementi certi di chiarezza“, si legge nella lunga nota dell’organizzazione di categoria. Conapi ricorda di aver già chiesto l’intervento delle organizzazioni dei produttori e dell’OI Pomodoro da industria del Nord, “per la difesa dei produttori agricoli e delle industrie del territorio che hanno regolarmente pagato (come ad esempio la parmense Emiliana Conserve) e per evitare che vi siano intollerabili situazioni di concorrenza sleale”.
“La presenza di soggetti che non rispettano o ritardano i pagamenti – continua la nota di Confapi Industria – produce un illegittimo danno alle industrie corrette, che si trovano a sopportare oneri molto più gravosi rispetto agli altri soggetti inadempienti che in più, non osservando le norme contrattuali, possono permettersi di agire sul mercato del prodotto finito con estrema disinvoltura finendo per svendere il prodotto rovinando tutto il mercato“.
Confapi Industria preannuncia quindi una lettera al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all’assessore Simona Caselli, mentre si sta valutando anche di “sottoporre al Commissario Europeo per la libera concorrenza, la situazione distorta di mercato che si è venuta a creare nel settore pomodoro da industria, anche a causa di strumenti quali la ristrutturazione dei debiti o del concordato in continuità, affinché valuti le azioni del caso.
Insomma, secondo Confapi Industria Emilia Romagna “chi non ha ancora pagato, dimostrando di non essere in grado di operare sul mercato è bene che dal mercato venga espulso; questo per il bene di tutto il sistema del pomodoro”.
Il valore del pomodoro non pagato si aggira attorno ai 20 milioni di euro. Inoltre dai dati pubblicati dall’OI (Organizzazione interprofessionale) circa la situazione dei pagamenti delle varie industrie, risulta che oltre il 17% del pomodoro del Nord non è stato pagato e che oltre a due industrie Emiliano Romagnole che non hanno pagato, ce ne sono altre quattro che hanno pagato solo in parte.
Tutto sarebbe nato dal fatto che alcune organizzazioni di produttori (che avrebbero dovuto comunque avere prima dell’inizio della campagna le fidejussioni come garanzia delle consegne) non incassando e non avendo evidentemente preteso garanzie adeguate, non sono in grado di procedere al pagamento degli agricoltori.