Samuele Turco, 42 anni, è stato arrestato con l’accusa di essere l’autore del massacro di via Angelica, nel casolare a luci rosse di San Prospero. Gli agenti della Squadra mobile, guidati da Cosimo Romano, lo hanno prelevato poco dopo le 23 di mercoledì nel reparto di Diagnosi e cura del Maggiore, dove era ricoverato dal 30 dicembre scorso. L’uomo, circondato da un gran numero di poliziotti, è stato portato in Questura, dopo che sarebbe stato ritrovato un coltello, forse l’arma del delitto. La pista passionale è stata battuta dagli uomini di Borgo della Posta fin dalla sera del 27 dicembre, quando i corpi di Luca Manici, 47 anni, in arte Kelly, e di Gabriela Andrea Altamirano, 45, sono stati rinvenuti in quel casolare, proprio su indicazione di Turco (la storia). Massacrati a coltellate, con una violenza tale che denunciava l’esistenza di un sentimento forte nell’autore della mattanza.
Fin da subito Samuele Turco si è detto sconvolto per aver perso così la sua ex compagna, che lo aveva lasciato da un mese, e aveva negato qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio. “L’amavo troppo per ucciderla”, aveva detto Turco. Aggiungendo che di sicuro la donna si era trovata “al posto sbagliato, nel momento sbagliato”, perché la Kelly avrebbe avuto molti nemici (la verità di Turco). E su facebook non ha mai smesso di manifestare il dolore prima per la fine di quella relazione con la donna che viveva a Salsomaggiore, poi per la sua morte così atroce. Accoltellata più volte e strangolata con un laccio rimasto attorno al suo collo.
A dare la svolta alle indagini, dopo una lunga serie di interrogatori e di perquisizioni andati avanti per giorni,. il ritrovamento del coltello con cui sarebbero stati compiuti i due omicidi. Ma le indagini sarebbero tutt’altro che concluse. Si parla di possibili altri provvedimenti, perché probabilmente Samuele Turco, titolare di un ristorante a Cassio di Terenzo, padre di quattro figli (2 dall’ex moglie e altri due con altrettante donne) non avrebbe fattu tutto da solo.
Alle perquisizioni e sopralluoghi nella casa di Cassio – disposti dal pm Emanuela Podda che ha coordinato questa complessa indagine – ha partecipato anche un figlio di Turco.
Turco, catanese d’origine, era stato ricoverato al Maggiore in seguito a un malore che lo aveva colto nella giornata del 30 dicembre scorso. L’uomo – convocato in Questura per un nuovo interrogatorio – non ha retto allo stress e avrebbe bevuto della varechina, ma in modica quantità (leggi). E li è rimasto poi per problemi legati proprio allo stato stress di cui soffriva.