Altri migranti a Baganzola: Alfieri e Forza Italia contestano la Prefettura

Altri migranti a Baganzola: Alfieri e Forza Italia contestano la Prefettura

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L’arrivo di altri migranti nel Parmense dà fuoco alle polveri della campagna elettorale e scontenta parecchi cittadini. A Baganzola ne sono arrivati altri 5 e non è chiaro se si tratta di una parte dei 100 trasferiti da Cona (Venezia) all’ex Cie di Bologna, oppure di altri immigrati ospitati nella struttura del capoluogo per far posto ai nuovi arrivati. In ogni caso continua a lievitare il numero dei richiedenti asilo ospitati in provincia di Parma, la seconda in Emilia Romagna dopo Bologna, mentre in Romagna, per esempio, i numeri sono piuttosto esigui.

Ieri era stato il sindaco federico Pizzarotti a criticare in diretta tv nazionale (La7) il sistema dei prefetti che “non funziona”, oggi sono scesi in campo anche Forza Italia e il candidato sindaco di “Parma non ha paura”, Luigi Alfieri.

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Paolo Buzzi

In particolare i forzisti Paolo Buzzi e Francesca Gambarini non perdono l’occasione per sferrare l’ennesimo attaco al prefetto Giuseppe Forlani: “A Cona, in Veneto, è successo qualcosa di gravissimo. Presunti profughi si sono ribellati, sequestrando il personale del centro che li ospita. In tutta risposta, il ministero dell’Interno decide di trasferirli. Dove? In Emilia Romagna. E a quanto pare una parte arriverà anche a Parma o nel parmense. La nostra provincia è quella che ne ospita di più dopo la ben più grande Bologna e non è concepibile che ne vengano portati altri.

Francesca Gambarini
Francesca Gambarini

“E chi ci dice che tra questi non ci saranno proprio i promotori della rivolta? Queste persone dovrebbero essere immediatamente arrestate ed espulse, non trasferite. Ma a questo probabilmente Sua Eccellenza il Prefetto non ci pensa, forse è troppo impegnato a cercare di appuntarsi al petto un’altra medaglia per farsi bello con i suoi capi a Roma, quelli che promuovono l’accoglienza a tutti i costi. Il modello di accoglienza dei prefetti e dei governi di centrosinistra ha palesemente fallito. Non è possibile che a una sola cooperativa vengano affidati 1500 migranti: questo è business, non ci sono altri termini per definirlo. Quanti controlli sono stati fatti sulla cooperativa in questione e sul centro di Cona? Probabilmente nessuno, altrimenti non si sarebbe arrivati a questo punto. E’ sempre più evidente che non si può andare avanti così. Le politiche sull’immigrazione vanno cambiate. Il presidente Bonaccini si svegli e si faccia sentire perchè non può essere l’Emilia Romagna la Regione che si fa carico di questo enorme problema“.

Luigi Alfieri di Parma non ha paura contesta invece il mancato rispetto degli impegni assunti di recente.

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Luigi Alfieri

Che siano arrivati dalla provincia di Venezia o siano piuttosto altri richiedenti asilo che già erano ospitati nel centro di accoglienza di Bologna, poco importa: cinque stranieri sono arrivati ieri nell’hub di Baganzola, a dispetto delle promesse fatte da Regione e Prefettura nelle scorse settimane – sottolinea Alfieri -. “A Parma non arriveranno più richiedenti asilo” era stato detto. Ma si sa, “verba volant e scripta manent” e quel numero, 1700, scritto sul bando emanato dalla Prefettura nelle ultime settimane dell’anno scorso qualche sospetto lo aveva fatto venire: tra tutte le regioni, province e comuni italiani, il “caso” ha voluto che il 5% del numero dei migranti spostati da Cona sia arrivato proprio a Parma. Domandarsi come mai puntualmente le promesse vengano disattese mi sembra sia ora il minimo, anche se immagino che il Prefetto di Parma non darà una risposta”.

Il tema della gestione dei richiedenti asilo diventa ogni giorno di più simile al gioco delle tre carte: sono arrivati ieri, non arrivano, arrivano ma non sono “quelli là” – tuona Luigi Alfieri -. Oggi sono circa 137.000 i migranti ospiti delle strutture temporanee d’accoglienza in Italia per oltre un miliardo di euro di spesa complessiva. Numeri che vanno oltre l’emergenza e che rappresentano un problema sia nel momento in cui a queste persone non viene data l’opportunità di integrarsi nella società che li accoglie che quando si assiste alle “sparizioni” di chi si vede negare la richiesta di asilo per mancanza di requisiti. A fronte delle proteste, che si fanno sempre più frequenti, l’unico progetto che viene ventilato è quello di istituire nuovi centri di Identificazione ed espulsione. Dai quattro presenti oggi sul territorio italiano a uno per regione: una mossa più politica che risolutiva, visto che il Rapporto sui Centri di Identificazione ed Espulsione In Italia, stilato un anno fa dalla Commissione diritti umani del Senato afferma che il 50% delle persone colpite da decreto di espulsione e transitate dai Cie sono ancora in Italia, anche se la situazione generale è ben più grave visto che il rimpatrio è stato eseguito per soli 5.066 migranti a fronte di 38.284 irregolari. E’ chiaro – conclude Luigi Alfieri – di fronte a dati come questi, che diventa di estrema urgenza fare il punto della situazione, mettere in chiaro regole e paletti e cercare finalmente di capire come governare e gestire con serietà l’accoglienza per fare in modo che non si inneschino fenomeni di intolleranza e situazioni pericolose all’interno delle comunità. Infine, occorre capire perché Parma venga sempre scelta per collocare nuovi immigrati, in caso di emergenza”.

Tommaso Foti
Tommaso Foti

Ma la questione immigrati accende la polemica anche in Regione, dove Tommaso Foti (FdI-An) – citando tra l’altro il caso Tabiano – ha chiesto alla Giunta regionale di sollecitare il Governo a procedere alle espulsioni di coloro che non hanno titolo e motivazioni per rimanere in Italia e, in particolare, in Emilia-Romagna e che continuano a essere mantenuti dallo Stato, di fatto a carico dei cittadini italiani. Nell’interrogazione si chiede tra l’altro se non si consideri inammissibile che 100 immigrati espulsi dalla struttura di Cona siano inviati in Emilia-Romagna, dando così credito al fatto che chi non rispetta regole e norme, anziché essere espulso, è legittimato a reiterare lo stesso comportamento altrove. Di qui, la richiesta all’esecutivo regionale di esprimere al Governo “il proprio dissenso e la propria vibrata protesta”.

La gestione di questi stranieri, di competenza del ministero dell’Interno, tramite le Prefetture, “si è mostrata in più occasioni – scrive Foti – del tutto insoddisfacente ed è risultata all’origine di proteste popolari per le modalità di distribuzione degli immigrati sul territorio anche in Emilia-Romagna, dove “sono varie le situazioni in cui si registrano rapporti anomali e inaccettabili tra il numero dei residenti in un comune o frazione e quello dei profughi o sedicenti tali che vi sono ospitati”, come a Tabiano, nel parmense, dove a fronte di una popolazione di circa 500 persone, sono stati collocati 150 profughi”.

Al 31 dicembre 2016, secondo i dati del ministero, erano ospitati nelle strutture temporanee dell’Emilia-Romagna, 10.428 immigrati, a cui si devono aggiungere – sottolinea ancora Tommaso Foti – i 628 ospitati nei centri di prima accoglienza e i 1.208 ospitati nei centri Sprar, per un totale di 12.259 immigrati, pari al 7% di quelli sbarcati nell’anno 2016.

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