Potrebbero arrivare nei prossimi giorni anche a Parma alcuni dei 100 migranti spostati dal centro di accoglienza di Cona (Venezia), all’ex Cie di Bologna. Lo spostamento deciso dal Ministero dell’Interno dopo la rivolta dei giorni scorsi, che ha portato i migranti a bloccare all’interno della struttura veneziana 25 operatori. La protesta in seguito alla morte di una giovane ivoriana. Nessun incidente a Bologna, dove l’ex Cie era presidiato dalle forze dell’ordine, soltanto solidarietà agli stranieri da parte di uno sparuto gruppo di antagonisti.
In attesa che alcuni di questi immigrati arrivino a Parma – la seconda provincia in regione, dopo Bologna, per numero di stranieri ospitati (2.200 nel 2016) – il sindaco Federico Pizzarotti, ospite della trasmissione Omnibus di La7, ha bocciato la formula che vede la gestione dei migranti in mano ai prefetti. “Il modello dei prefetti non ha funzionato”, ha detto il sindaco di Parma, contestando la mancanza dei controlli e non c’è alcuna previsione di impiego di queste persone. “Bisogna creare una filiera per tenerli occupati”, ha concluso Pizzarotti, profetizzando problemi nel prossimo futuro.
Sul piede di guerra, intanto la Lega Nord di Parma, con il segretario Maurizio Campari, che contesta apertamente la decisione del Ministero di “sparpagliare” in Emilia Romagna i migranti spostati da Cona.
Quattro le riflessioni proposte dal segretario della Lega Nord.
“Primo. Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di come questa follia chiamata dagli ultimi 4 Governi “accoglienza” sia qualcosa di aberrante e perverso – sostiene Maurizio Campari -. La rivolta di Cona è la riprova di come da una parte il tessuto sociale ed economico italiano non possa assorbire qualunque flusso migratorio, dall’altra non si riescano garantire gli standard minimi necessari per la sicurezza e la dignità umana di queste persone che la sinistra insiste a lasciar entrare in Italia come clandestini.
Secondo. Non è possibile continuare a mantenere per mesi e mesi questi clandestini nelle strutture di prima accoglienza. Occorre sveltire i tempi di identificazione e rimpatriare chi non ha il diritto di stare qui. Vale a dire almeno 4 persone su 5.
Terzo. Chi ci sta governando continua a lanciare messaggi del tutto errati. Fino a quando si “premierà” chi commette reati, non si potrà sperare che lo Stato venga percepito come garante di legalità. Se l’ordine pubblico italiano è nella situazione che tutti vediamo è proprio perché il lassismo ed il permessivismo di una certa parte politica ha tolto alle nostre Forze dell’Ordine autorevolezza ed autorità. Ricordiamoci sempre che in Senato abbiamo un’aula intestata a Carlo Giuliani e vergogniamoci.
Quarto. Come sempre – conclude Campari – chi ci rimetterà saranno gli italiani che si ritroveranno spersi nel territorio dei clandestini che, a torto o a ragione, come protesta hanno deciso di segregare in una baracca 25 persone per una notte intera. Se presto spariranno dai luoghi di destinazione e diventeranno fantasmi malavitosi sarà ancora una volta colpa di chi sta permettendo il perdurare di questa situazione”.