Al Teatro Regio di Parma i numeri tornano e si stabilizzano lavoratori. Il direttore generale Anna Maria Meo, con una nota, si dice soddisfatta del lavoro svolto e dei risultati ottenuti alla fine di questo 2016.
“A poco meno di due anni dall’avvio del mio incarico di Direttore generale, sono particolarmente orgogliosa dei risultati raccolti dalla Fondazione Teatro Regio di Parma, che in così poco tempo e partendo da una situazione non facile ha saputo incrementare la propria produttività e organizzare la programmazione con dieci/dodici mesi di anticipo, potendo così promuovere tutte le iniziative realizzate (Festival Verdi, in primis, il Gala di Capodanno, la Stagione Lirica, la Stagione Concertistica, ParmaDanza, ParmaEstate,) in ambiti territoriali che hanno ampliato significativamente il bacino del pubblico che frequenta e segue il Teatro Regio di Parma – sottolinea Anna Maria Meo -. L’incremento della produttività negli ultimi due anni (2015-2016) ha portato alla realizzazione di 9 nuovi allestimenti d’opera 6 riprese e di importanti commesse, con un incremento delle giornate lavorative del personale a tempo determinato (per la quasi totalità composto da personale tecnico) del 43%”.
“In assoluta controtendenza con il momento di crisi che alcuni dei più prestigiosi teatri d’opera nazionali attraversano e ai quali va la nostra solidarietà, convinti come siamo del ruolo culturale e dell’importanza strategica per il nostro Paese dell’intero sistema dei teatri d’opera nazionali, il Teatro Regio ha potuto così riattivare il percorso di stabilizzazione, assumendo a tempo indeterminato 11 lavoratori (5 nel 2015, 6 nel 2016), passando dalle 34 unità a tempo indeterminato del 2014 alle 45 del 2016, con un incremento delle stabilizzazioni del 32% – sottolinea la Meo -. Una scelta condivisa con il Consiglio di Amministrazione e con il Comune di Parmanell’obiettivo di dare continuità al percorso di rilancio così potentemente messo in campo, consolidando i risultati sin qui raggiunti e guardando al futuro di questa straordinaria istituzione e all’importanza che essa rappresenta per la città e il territorio, nella visione di un Teatro che non solo si finanzia, ma sul quale si investe, rafforzando e accrescendo le potenzialità di quello che è il cuore più rappresentativo della storia, della tradizione e del prestigio Parma nel mondo“.
LA REAZIONE DEI SINDACATI
Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil di Parma, e le Rsa, insieme all’assemblea dei lavoratori della Fondazione Teatro Regio di Parma, pur riconoscendo gli apprezzabili risultati in termini di aumento delle produzioni e attività, di riscontro positivo da parte del pubblico, sono costretti ad evidenziare la non più sostenibile gestione delle relazioni sindacali presso la Fondazione e gli innumerevoli problemi ancora irrisolti. Problemi che coinvolgono chi maggiormente contribuisce ai successi del Teatro Regio: i lavoratori. Problemi che meriterebbero la giusta attenzione da parte della dirigenza e del principale socio della Fondazione, il Comune.
“E’ ormai un anno che non si riescono ad ottenere risposte e soprattutto ad affrontare compiutamente le problematiche evidenziate durante gli incontri sindacali o tramite le innumerevoli mail e pec inoltrate al Direttore Generale Anna Maria Meo e da ultimo anche al Sindaco Federico Pizzarotti in qualità di Presidente con delega al personale” – afferma Mattia Abati, Segretario Fistel Cisl.
È inaccettabile l’insofferenza della Direzione ad un confronto corretto con le rappresentanze dei lavoratori, confronto che, quando si verifica, si riduce ad una scarna comunicazione di decisioni già assunte, a comportamenti dilatori e a declinazioni di responsabilità da parte degli interlocutori aziendali in un balletto di rinvii di competenze tra Direttore Generale, Direzione del Personale, Consiglio di Amministrazione e Presidente della Fondazione. “Tutto ciò è ancora più grave – sostiene Davide Fellini, Segretario Generale Slc Cgil – se si considera che la Fondazione continua ad agire unilateralmente disattendendo palesemente agli impegni e obblighi previsti dalla contrattazione aziendale e nazionale”.
Più volte è stato chiesto di calendarizzare incontri, di essere ascoltati, senza ricevere alcuna risposta, nemmeno dal Sindaco. “C’era l’urgente necessità di affrontare questioni legate agli aspetti occupazionali, a partire da una verifica della struttura organizzativa e pianta organica in funzione delle prospettive ed esigenze produttive e strategiche della Fondazione – chiarisce Davide Mori, Segretario Uilcom Uil – per avviare il confronto di merito previsto dalla contrattazione aziendale sulla stabilizzazione dei lavoratori precari storici, invece la Fondazione si è limitata ad inviare una mail con i nominativi di alcuni lavoratori senza nemmeno specificarne le mansioni, ignorando totalmente quanto previsto da un accordo del 17/12/2014 alla cui stesura partecipò anche il sindaco.”
Ben vengano le assunzioni, ma occorre chiarire dove si vuole portare il Teatro Regio (istituzione fondamentale per l’immagine e l’economia della città) quali prospettive vi siano per i “lavoratori tutti” che hanno contribuito a tenerne alto il prestigio ed a garantirne il risanamento anche con sacrifici economici frutto di accordi e di mancati rinnovi della contrattazione aziendale e nazionale.
Ora la misura è colma. Non si può più rinviare il confronto su organizzazione del lavoro, rispetto degli orari, carichi di lavoro, verifica ed adeguamento dei livelli di inquadramento, premio integrativo di produttività e sulla formazione, fondamentale per garantire la salvaguardia dell’occupazione, professionalità, qualità, periodi di lavoro, rispetto degli accordi sulle assunzioni degli stagionali. Al contempo Rsa e Organizzazioni Sindacali si sono sempre dichiarate disponibili ad affrontare nel merito la revisione di alcuni istituti contrattuali richiesta dalla Fondazione, ma, fino ad oggi, è stato tutto inutile. Probabilmente, per la dirigenza è più facile procedere con colpi di mano, azioni ed interpretazioni delle norme unilaterali.
Le lavoratrici e i lavoratori del Teatro Regio, insieme alle loro rappresentanze sindacali, non sono più disposti ad attendere oltre. Ragione per cui, insieme alla proclamazione dello stato di agitazione preannunciano iniziative di mobilitazione, senza escludere lo sciopero, nei giorni precedenti ed in concomitanza con la prima della stagione lirica 2017, che si terrà il 12 gennaio, se non arriveranno risposte e fatti concreti.