“Devo assolutamente ringraziare tutti coloro che hanno firmato la petizione e coloro che si sono adoperati per raccogliere le firme – ha aggiunto l’esponente dell’opposizione consiliare -. Consegneremo al più presto, subito dopo le feste, al Prefetto, al Questore e al Sindaco ovvero coloro che possono intervenire perché non si apra una sala giochi, perché queste persone non perdano il lavoro e perché si faccia di tutto per avere un supermercato in via D’Azeglio. Ci siamo ritrovati qui infatti per far vedere al Sindaco, che su questa vicenda non ha voluto dire nulla mentre è sempre pronto a rispondere ai suoi problemi di partito, quel che è successo. Ci siamo trovati qui per dire alla città e alle autorità che 1.355 persone si sono espresse nella petizione perché il supermercato non chiuda e non si apra una sala giochi. Da questo momento in poi sarà loro compito intervenire e attivarsi perché si valuti con attenzione ogni possibilità”.
Non un posto fortunatissimo quello in cui operava il Vivo – in passato c’erano già stati Standa e Billa – ma un vero e proprio punto di riferimento per il popoloso quartiere dell’Oltretorrente, dove sono molti gli anziani bisognosi dei negozi di vicinato.
“L’Oltretorrente è un quartiere che soffre da troppo tempo di troppi problemi – sottolinea infatti Pellacini -. Il silenzio del Comune credo sia il più grave di tutti questi perché senza l’intervento di chi deve, per legge, avere la competenza su sicurezza, ordine pubblico, salute e sull’ordine sociale allora nulla è possibile. Il rischio è il far-west, che si cada nei tentativi di giustizia personale ovvero nelle pesanti ricadute sociali che si rischiano da qui in poi. Il Comune ha mancato nel dare una risposta chiara, se avesse detto chiaramente che qui una sala giochi non era gradita si sarebbero scongiurati mille problemi. Ancor prima dell’eventuale emissione di un’ordinanza ad hoc gli eventuali gestori di una sala giochi sarebbero stati scoraggiati. Chi investirebbe ingenti quantità di denaro se sa che il Comune è pronto a dar battaglia? Invece il Comune ha preferito lasciare la porta aperta – aggiunge Pellacini – non dice nulla per non assumersi le responsabilità del caso quando invece è assolutamente necessario fare qualcosa o si rischia il degrado, l’abbandono. Ovvio che il Comune non può turbare la trattativa commerciale fra i proprietari dei muri e gli eventuali gestori delle attività che si insedieranno qui ma un segnale forte e chiaro era utile e necessario“.