Sono cinque i candidati alle primarie aperte del Partito democratico per la designazione del candidato sindaco alle amministrative del 2017. Dopo Paolo Scarpa, ex presidente del circolo Il Borgo, presentatosi da civico nonostante un passato nella Margherita, è arrivato l’annuncio del capogruppo Pd in Comune, Nicola Dall’Olio, al suo secondo tentativo dopo aver perso, nel 2012, il confronto con Vincenzo Bernazzoli, caduto poi al ballottaggio. Il terzo è l’architetto Dario Costi, coordinatore di Parma Città Futura, presidente di Parma Urban Center e docente all’Università, che ha annunciato di aver deciso in seguito alla richiesta arrivata dallo stesso Pd. Quarto in corsa, esponente della sinistra più estrema, è Francesco Samuele, già con Rifondazione, quindi con Sinistra Italiana che ha promosso Sinistra per Parma. Il quinto ed ultimo candidato è l’avvocato albanese Gentian Alimadhi, 43 anni, noto per essere l’avvocato degli immigrati, cognato del consigliere aggiunto del Comune di Parma, Marion Gajda. Alimadhi è l’esempio di un immigrato che ce l’ha fatta: arrivato nel 1993 come clandestino, nel 1995 ha visto sanata la sua posizione e lavorando come operaio in un’azienda di Torrile si è pagato gli studi all’Università.
I cinque candidati, però, sono soltanto al primo passo. Perché per potersi candidare davvero alle primarie del 19 febbraio, entro il prossimo 10 gennaio dovranno depositare ciascuno le firme di almeno 500 elettori. Solo quelli che ce la faranno, andranno alle primarie per la scelta del candidato sindaco.
Candidati sicuri alla poltrona di primo cittadino, intanto, sono Luigi Alfieri, che ha ribadito la sua posizione di assoluta civicità, distante dai partiti, che scende in campo con l’associazione Parma non ha paura, ed Emanuele Bacchieri, esponente di Casa Pond. Mancano ancora all’appello il sindaco uscente Federico Pizzarotti, che con il suo EffettoParma non ha ancora sciolto le riserve, e il centrodestra del quale non si intravvede ancora un candidato, anche se questo con ogni probabilità sarà un civico sostenuto in particolare dalla Lega Nord. Osservati speciali anche quelli del Movimento 5 Stelle, che dopo lo tsunami delle fuoriuscite per la vicenda Pizzarotti, rischia di ammainare definitivamente le sue bandiere a Parma.