Le polemiche seguite alla riduzione dell’orario di lavoro da 36 a 35 ore, ma soprattutto l’idea diffusa che le funzioni degli agenti della Polizia municipale siano equiparabili in termini di ordine pubblico a quelle di Polizia di Stato e Carabinieri, non sono piaciute ai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Diccap Sulpl.
“I lavoratori della PM sono dipendenti delle amministrazioni comunali (al pari degli impiegati, dei tecnici, degli assistenti sociali, delle maestre d’asilo, dei bibliotecari, ecc. ecc.) e a loro si applica il Contratto Nazionale Regioni e Autonomie Locali il cui art.22 prevede, a fronte di particolari condizioni, l’orario di 35 ore per il personale turnista – sostengono in una nota Barbara Vigilante (Fp Cgil, Pierino Burrai (Fp Cisl), Luca Iuculano (Uil Fpl) e Salvatore Mistretta (Diccap Sulpl) -. Questo istituto, utilizzato nella quasi totalità dei Comandi di PM in Italia, era stato disapplicato a Parma con un atto unilaterale nel 2014. È quindi stato ripristinato perché, appunto, ne ricorrono le condizioni con la riorganizzazione che ha affidato alla PM la totalità delle verifiche anagrafiche (gli accertamenti sulle residenze), attività che rientra nel controllo del territorio e nella prevenzione degli illeciti. Infatti, è utile per scovare anche affitti in nero di quegli appartamenti che vedono spesso presenti tante persone non censite. Se si fosse letto con attenzione l’accordo – continuano ancora i sindacalisti – ci si sarebbe accorti che all’interno sono presenti anche altre condizioni, tra le quali il forte incremento del carico di lavoro della PM oltre le possibilità della dotazione organica attuale, con l’adozione di un rafforzamento della presenza sui servizi festivi, da far svolgere ai lavoratori della PM in orario ordinario e non in straordinario, con importanti sgravi sul costo del personale per il Comune di Parma”.
“È bene ricordare che gli Enti Locali non hanno compiti diretti per la tenuta dell’ordine pubblico e della pubblica sicurezza, e che è lo Stato, al momento, l’unico soggetto preposto al mantenimento e alla tutela di tali elementi fondamentali per la tenuta democratica del paese – aggiungono poi i sindacati di categoria -. La PM può essere impiegata in via “ausiliaria” alle Forze di Polizia, ma non come unico attore nello scenario della nostra società. Infatti, le funzioni della PM sono così definite dalla legge regionale ER 24/2003: regolazione del traffico e contrasto ai comportamenti di guida rischiosi; tutela dei consumatori e delle regole del commercio; tutela dell’ambiente; controllo dello sviluppo edilizio e contrasto all’abusivismo; regolazione della vita nello spazio pubblico delle città e sicurezza del territorio. La Polizia Municipale è, per definizione, polizia amministrativa. Non ha compiti esclusivi o autonomi di ordine pubblico o pubblica sicurezza. In base alle funzioni attribuite dalle Legge Quadro 65/1986, se un operatore della PM si imbatte, in un’ordinaria giornata di lavoro mentre sta svolgendo i suoi compiti istituzionali – spiega la nota sindacale – in spaccio di stupefacenti o altre forme di reato, ha l’obbligo di intervenire, ma non è naturale e conforme alle norme impiegarlo con ordinarietà e programmazione in tali ambiti. La PM non dispone, infatti, degli stessi strumenti delle Forze di Polizia, come ad esempio l’accesso al sistema informatico interforze denominato SDI (Sistema d’Indagine), come Polizia di Stato e Carabinieri”.
Chiarite le competenze degli agenti della Municipale, i sindacati ricordano poi che “il personale di PM è personale civile con il contratto di lavoro bloccato da 7 anni; non gode del trattamento previdenziale previsto per le Forze dell’Ordine (va quindi in pensione a 67 anni come gli altri dipendenti comunali); non ha diritto al riconoscimento della causa di servizio e dell’equo indennizzo. Ciononostante, questi lavoratori sono comunque su strada tutti i giorni, e vengono a contatto con realtà sociali e urbane complesse e con fattori di rischio forte senza avere gli strumenti di lavoro adeguati e le tutele conseguenti”. E non manca la bordata verso i politici: “I lavoratori della PM sono stanchi di essere oggetto strumentale, a Parma come altrove, delle varie campagne elettorali. La sicurezza è un tema importante che sta a cuore a tutti i cittadini ed è elemento strategico di consenso, ma è necessario sapere che senza una legge di riordino delle competenze (attesa da anni), che possa attribuire alla PM un ruolo preciso e riconoscerne i diritti necessari, e senza lo sblocco del turn over per gli enti locali, si continuerà a creare confusione e a sollevare polveroni che non risolvono nessun problema”.
A sollevare polemiche per la riduzione dell’orario di lavoro erano stati, in particolare, il leghista Fabio Rainieri che ha presentato un’interrogazione al governo regionale (leggi), e il consigliere comunale di opposizione Giuseppe Pellacini (leggi).