Il Parma passa d’autorità sul terreno della Reggiana: uno-due Giorgino-Baraye. L’analisi di...

Il Parma passa d’autorità sul terreno della Reggiana: uno-due Giorgino-Baraye. L’analisi di D’Aversa e dei due goleador (video)

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Marcatori: 22′ Giorgino, 29′ Baraye

REGGIANA (4-3-1-2): Perilli, Pedrelli, Angiulli, Nolè (46′ Marchi), Mogos, Rozzio, Bovo, Manconi, Calvano, Trevisan (Cap.) (71′ Sabotic), Guidone (46′ Cesarini). A disposizione: Narduzzo, Spanò, Lafuente, Giron, Lombardo, Ghiringhelli, Bonetto, Falcone. All. Colucci.

PARMA (4-3-3): Zommers, Saporetti, Corapi, Lucarelli (Cap.) (65′ Messina),Mazzocchi, Giorgino (52′ Simonetti), Baraye, Calaiò, Benassi (86′ Ricci), Nunzella, Scavone. A disposizione: Coric, Miglietta, Melandri, Mastaj, Guazzo, Ricci, Dodi, Evacuo, Fall, Cissè. All. D’Aversa.

ARBITRO: Fabio Piscopo di Imperia

ASSISTENTI: Davide Imperiale di Genova e Pasquale Capaldo di Napoli.

NOTE: ammoniti Benassi al 12′, Giorgino al 45′, Bovo al 77′; angoli 4-0.

 

La cura a base di vitamina D funziona. D come D’Aversa che ha dato quel minimo di gioco e di serenità, D come derby che accende passioni e suscita energie insospettate. Al Mapei Stadium di Reggio Emilia – fra un tripudio di colori e cori degli oltre 18 mila presenti (circa 3.000 i parmigiani) – un Parma rivitalizzato parte subito a testa bassa e chiude il primo tempo avanti sul 2 a 0. Squadra in campo con il 4-3-3: davanti a Zommers giocano capitan Lucarelli e Saporetti centrali con l’aiuto di Benassi a destra, chiamato spesso ad accentrarsi, e Nunzella sulla sinistra con licenza di avanzare. In cabina di regia c’è Giorgino con Corapi e Scavone a fare reparto in centro. In avanti, Mazzocchi finalmente ritrova il suo posto a destra nel tridente con Baraye a sinistra e Calaiò centrale. I crociati giocano con intensità anche se non c’è sempre gran precisione e rimangono sempre molto corti e attenti nelle chiusure. I gialloblu soffrono però l’atteggiamento dei granata che effettuano un pressing asfissiante sui portatori di palla. Molto fisici e fallosi all’inizio i crociati, con Benassi richiamato al 7′ per fallo su Guidone e ammonito già al 12′ per il terzo fallo in pochi minuti, ancora sullo stesso avversario, mentre Mazzocchi era rimasto a terra toccato da Manconi, e Giorgino graziato al 10′ per un intervento da dietro sulla gamba di Guidone, ammonito al 45′ per un’entrata dura su Bovo.

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Per 18-20 minuti, comunque, la gara è piuttosto tattica, nessun tiro in porta e portieri assolutamente inoperosi. La Reggiana avanza per vie orizzontali, ma tenta sempre di sfondare al centro senza utilizzare mai le fasce. Il Parma prova ad impostare con i suoi lanci lunghi. La partita s’infiamma al 22′, quando Nunzella s’invola sulla sinistra, crossa al centro per Calaiò sul secondo palo che fa da sponda al centro per l’accorrente Giorgino che di testa insacca nonostante il precedente tocco di Perilli. Il gol manda un po’ in confusione i padroni di casa che non pressano più i portatori di palla, quindi il Parma comincia a stazionare più spesso nei pressi dell’area avversaria. Pressione premiata al 29′, quando Baraye riceve da Scavone sulla sinistra, entra in area e taglia verso il centro disorientando il difensore, quindi tira di destro sul primo palo. E’ il 2 a 0 per gli ospiti.

La reazione dei padroni di casa è lenta e prevedibile: finora in casa avevano subito una sola rete, vincendo 8 gare su 9. Zommers è stato costretto ad intercettare alcuni traversoni senza particolare pericolo. Da segnalare al 33′ uno scontro aereo durissimo tra Rozzio e Baraye: entrambi rimangono a terra, ma il giocatore reggiano ha la peggio e sanguina vistosamente. Rientrerà in campo un paio di di minuti dopo con una vistosa fasciatura alla testa.

L’unico squillo della Reggiana al 41′, quando i granata recuperano un pallone perso malamente da Benassi, Nolè va alla battuta ma il tiro è debole e Zommers si salva. Si va così al riposo.

Nella ripresa è tutt’altra Reggiana. Due i campi decisi dal tecnico granata Colucci per dare più pressione sulla destra. Entrano subito Cesarini e Marchi per Nolè e Guidone. La spinta dei padroni di casa si vede, i crociati sono costretti ad abbassare il baricentro. Mister D’Aversa continua a spronare i suoi perché non si lascino schiacciare. Ma al 50′ è Angiulli a far tremare i crociati con un colpo di testa fuori di poco su un’incertezza di Zommers. Poco dopo, al 53′, il Parma rischia grosso: botta di Calvano da fuori, Scavone in area respinge con un braccio non proprio attaccato, ma l’arbitro Piscopo lascia correre. Le immagini dicono che il rigore ci poteva stare. Inutili le proteste granate. D’Aversa intanto corre ai ripari: dentro Simonetti per un Giorgino che mostra qualche problema fisico. Altro brivido per i crociati al 56′ con Rozzio che in area salta su punizione di Pedrelli e in avvitamento colpisce di testa: la palla è fuori di un soffio.

Al 59′ l’occasione più nitida per i padroni di casa, con Zommers che compie un vero miracolo prima sulla deviazione di Cesarini, poi sulla botta di Marchi. Al 64′ è capitan Lucarelli a dover lasciare il campo per un risentimento muscolare, D’Aversa manda in campo Messina che va sulla destra, mentre Benassi fa coppia centrale con Saporetti. Al 68′ una punizione di Corapi scheggia la traversa e Parma vicino alla terza segnatura. Mister D’Aversa non riesce a fare i cambi che vorrebbe, costretto ad attendere gli eventi visto che i suoi stanno soffrendo molto sul piano fisico e i crampi sono una minaccia. Al 70′ tocca a Saporetti, all’87’ deve uscire Benassi (problemi alla gamba destra) sostituito da Ricci che va a sinistra e Nunzella diventa centrale. Poco altro da segnalare: un contatto in area tra Messina e Cesarini, ma giustamente l’arbitro lascia correre. Poi al 91′ è ancora Rozzio a colpire di testa su corner ma il pallone è fuori. Può bastare così.

Un Parma davvero rivitalizzato vince il 78° derby del Grana con merito. Buona gara dall’inizio alla fine: capace prima di mettere in cassaforte il risultato e poi di difenderlo fino alla fine. Sicuramente Baraye è uno dei migliori di questa gara, bene anche Mazzocchi e apprezzabile il gran lavoro di Calaiò, utilissimo anche quando non segna. Un grande leader, fin quando è stato in campo, capitan Lucarelli, capace di dettare bene i tempi e i suggerimenti al reparto arretrato. Adesso serve continuità.

SALA STAMPA

Più che soddisfatto mister Roberto D’Aversa per la prestazione e l’impegno dei suoi, capaci di portare a casa un risultato storico. Di quelli che valgono doppio e a volte anche una stagione.

“Abbiamo fatto una grande partita. Credo che il risultato sia una conseguenza dell’atteggiamento che la squadra ha messo in campo, anche da parte di chi ha fatto di tutto per esserci. E’ merito loro, dei ragazzi e della loro convinzione di portare a casa il risultato. I ragazzi devono essere felici per loro, per la società che sta investendo ed è sempre presente, per tutti i tifosi che sono giunti fin qui e per quelli che non lo hanno potuto fare”, ha detto mister D’Aversa.

“L’atteggiamento è fondamentale – ha poi aggiunto il tecnico crociato -. Lo ripeto. Il modulo ti aiuta, ma si stabilisce in base alle caratteristiche dei giocatori. La soluzione migliore è stata, credo, portando dentro al campo Baraye. Oggi la Reggiana non si aspettava il nostro sistema di gioco. Nel primo tempo, soprattutto, siamo stati compatti, determinati e cattivi nella fase difensiva, in cui hanno partecipato tutti. Come volevo. Abbiamo fatto delle ottime scelte in possesso palla, anche se nel secondo tempo siamo un po’ calati. La vittoria, però, penso sia meritata. Il loro rifinitore lo prendeva Corapi. Eravamo un 4-3-3, ma in fase difensiva ci siamo schierati con un 4-4-2 portando più dentro Benassi e Baraye. Cercando di limitare le giocate dei loro difensori centrali e del play. Sfruttando maggiormente Nunzella nella fase offensiva. La cosa più importante è che la squadra ha fatto esattamente quanto avevamo preparato – ha sottolineato ancora D’Aversa -. Ho fatto tanti derby, anche al sud, ma quanto è successo stasera, con l’assalto al nostro pullman, non mi era mai capitato. Lo dico non per buttare fango su una città come Reggio o sui tifosi reggiani in generale, anche perchè i cretini ci sono dovunque. La maggiore soddisfazione è stata vedere l’ottimo ingresso in campo di coloro che entrano dalla panchina e dei compagni che hanno giocato poco. Erano i più contenti. Dopo un’attesa di quasi vent’anni, credo sia giusto che ci siano stati festeggiamenti come se avessimo vinto il campionato. Bisogna saper perdere, ma anche saper vincere, seppur lo sfottò ci può stare. Da domani mattina noi ritorneremo a lavorare. Non abbiamo fatto nulla, ma è un piccolo mattoncino importante. La squadra più forte penso sia il Venezia, che è meritatamente primo. Noi abbiamo giocatori importanti – conclude il tecnico crociato – ma solo con i valori non si ottiene nulla. In Lega Pro c’è da correre, da pedalare e da sudare. Se capiamo di doverci mettere al servizio della squadra, ci toglieremo soddisfazioni”.

Il primo tanto atteso gol con una maglia non si scorda mai, se poi lo metti a segno nel derby vale ancora di più. E quello di Davide Giorgino in maglia crociata è stato davvero storico, perché ha dato il via alla conquista del derby con la Reggiana.

“Sono contento sia per la vittoria sia a livello personale. I tifosi, la società e noi stessi ci aspettavamo una prestazione così. Siamo venuti qui con la testa giusta. In campo si è visto. Abbiamo ottenuto una vittoria che speriamo ci dia la spinta in più per rimetterci in corsa e recuperare il terreno perso. Quando ho segnato, ho pensato a tante cose. Ho pensato a mio padre, che non c’è più, alla mia famiglia, alla mia compagna, ai bambini. Mi sono venute in mente tante cose in quell’istante. E’ stato bellissimo vedere gioire tutta la curva. Da brividi. Era la partita più importante, perché si aspettava questo derby da vent’anni. Questi sono tre punti pesanti, perché ci consentono di avvicinarci alle altre. Ci godiamo ancora per qualche ora questo successo, ma da domani dobbiamo pensare subito al Modena. Dobbiamo cercare di recuperare più punti possibile nelle prossime due partite, per chiudere il 2016 nel migliore dei modi. Abbiamo dato tutto e il risultato ci ha premiati. Nella prossima giornata, abbiamo già un altro derby. Non ci saranno problemi ad avere motivazioni. Ci auguriamo di imboccare la strada giusta, che ci porti dove vogliamo arrivare. Nell’arrivare qui allo stadio non abbiamo ricevuto un’accoglienza bellissima. Sul pullman ci sono arrivate pietre e altre cose. In campo, sono arrivati fischi e anche qualche insulto. Questo benvenuto ci ha caricato ancora di più. Abbiamo trasformato tutto ciò in carica positiva da mettere in campo. Il risultato è giusto. Nella ripresa c’è stata addirittura la traversa di Ciccio. In più avremmo potuto sfruttare meglio qualche ripartenza, ma abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio. Fondamentalmente abbiamo fatto un’ottima prestazione. I giovani che sono entrati hanno dimostrato di essere dei ragazzi validi, che danno il massimo quando chiamati in causa. Nelle ultime settimane Saporetti ha giocato due grandissime partite, eppure non aveva giocato tantissimo sino ad allora. Dimostra tutta la loro serietà, che mi auguro continuino così fino alla fine. Potrebbero diventare anche titolari a breve, dipende tutto da loro. Il mister ha portato le sue idee, che sono diverse da quelle di Apolloni. Cercheremo di seguirlo in tutto e per tutto, per portare a casa altri risultati importanti come quello di stasera”.

Yves Baraye non solo ha chiuso la gara con un uno-due che ha spezzato le gambe ai padroni di casa almeno nel primo tempo, costringendoli all’affanno nella ripresa, ma ha segnato un gol da campione ed ha assicurato una prestazione maiuscola in tutte le fasi del gioco che gli erano state assegnate.

“Oggi abbiamo giocato tutti una grande partita, non solo io. L’atteggiamento della squadra è stato fantastico. Dobbiamo metterlo in campo in tutte le gare. Per vincere, bisogna essere sempre così cattivi e così concreti. Gli avversari ci concedono poco. Noi dobbiamo essere bravi a sfruttare quelle poche occasioni. La seconda punta è la mia posizione preferita. L’ho sempre detto. Non ho problemi, però, con i ruoli. Io gioco dove mi schiera l’allenatore, dando sempre il massimo. Il mio gol ? Ciccio mi ha dato il pallone. Io sono rientrato e ho calciato sul primo palo, perché il portiere forse si aspettava un tiro sul secondo. Le sassate al pullman della nostra squadra ? Ho visto di peggio. Da piccolo ho visto cose ben più strane. Ero tranquillo. Sapevamo che per i parmigiani questa partita era la più importante. In città si parlava solo del derby, già da agosto. Dalla gara con il Sudtirol a Bolzano abbiamo cominciato un nuovo percorso. Ora mancano due partite, dobbiamo far bene. Poi, torniamo dalla sosta e vediamo. Ci giocheremo il campionato nel ritorno, perchè i campionati si vincono nel ritorno. Non so se è il mio gol più bello, però è importantissimo. Voglio fare tanti altri gol nella mia carriera e spero ancora più importanti. Per il momento mi godo questo. Questa è la Lega Pro. Vinci due gare e sei lì, mentre se ne perdi altrettante sei sotto. Non bisogna mollare. Dobbiamo giocarcela fino alla fine. Il ritorno, come ho detto, sarà decisivo. Abbiamo visto che fuori casa giochiamo bene, ma anche in casa dobbiamo essere più padroni della situazione. I tifosi ci devono aiutare come l’anno scorso. Giocherò partite ancora più belle di questa. Calaiò e Lucarelli sono giocatori importantissimi. Ci danno tanto. Giocare con loro è un onore e un piacere. Li ascoltiamo per migliorarci. Noi parliamo sempre di Serie B. E’ il nostro obiettivo”.

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